7 dicembre 2013

25 novembre : Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

di Elisa Bonacini


La scritta sul Campidoglio
Lo scorso lunedì 25 novembre, è stata celebrata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne istituita dall’ONU il 17 dicembre 1999 in ricordo delle tre sorelle Mirabal, uccise barbaramente il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana per avere tentato di contrastare il regime dittatoriale di Rafael Trujillo.
Anche quest'anno centinaia di iniziative sono state organizzate in tutta Italia e nel mondo per dimostrare contro  femminicidi,  ma anche violenze sessuali, violenze domestiche e stalking.
Sul Campidoglio  che si è illuminato di rosso, è apparsa la scritta “STOP VIOLENCE AGAINST WOMEN"; moltissime donne e uomini hanno indossato un capo di colore rosso, migliaia di drappi rossi e di scarpe rosse sono state esibiti in quasi tutte le piazze italiane, per ricordare il sangue versato dalle donne, vittime della violenza maschile, una violenza che non sembra attenuarsi nonostante le numerose campagne che i media stanno portando avanti già da diverso tempo. 
Anche Aprilia si è colorata di rosso con decine di scarpe di donna esposte simbolicamente in Piazza Roma; presso la sala conferenze della biblioteca Comunale “Giacomo Manzù” si è tenuto un convegno su tema promosso dal Comune di Aprilia e da Coop, in collaborazione con L'Associazione Vaso di Pandora e  la Scuola d’Arte Mediterranea. 
Provocatoria é stata la proposta dello “sciopero nazionale delle donne”, alle quali è stato rivolto l'invito a fermarsi per almeno quindici minuti, interrompendo il lavoro, anche quello domestico, per protestare anche contro le Istituzioni, i cui provvedimenti presi finora manifestano ancora gravi carenze.
Il Premier Enrico Letta nella giornata del 25 si è appuntato un nastrino rosso sul bavero della giacca, dichiarando “guerra alla violenza sulle donne “. Un primo passo importante del governo è  stato il decreto-legge divenuto legge lo scorso 11 ottobre che ha portato misure più severe per contrastare la violenza sulle donne ed il femminicidio.
“Un piano regionale per potenziare la rete dei centri anti violenza” è l’impegno preso dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Una nuova legge, interessanti progetti e tante belle parole che noi donne siamo ansiose di vedere realizzati nei fatti, per cercare di porre freno a questa vera emergenza sociale.
Secondo i dati Istat, alla data di stesura dell'articolo, in Italia sono già 128 i femminicidi dall'inizio dell'anno. In media viene uccisa una donna ogni tre giorni,  nel mondo una ogni 8 minuti.
Dati allarmanti sono quelli che riferiscono di 6 milioni e 743mila donne, il 31,9% delle donne che vivono in Italia, di età compresa tra i 16 e i 70 anni , che avrebbero subito una violenza da parte di uomini, praticamente una donna su tre.
Donne umiliate  nel corpo e nella mente da una violenza a volte subdola anche da chi  dice di amarle , ma non è mai amore quello che passa attraverso le umiliazioni e le percosse : l'amore vero regala gioia, non sofferenza! E soprattutto non è un uomo degno di amore quello che usa violenza verso la propria donna: le donne devono capirlo prima che possa essere troppo tardi. 
Violenze nascoste nei confronti delle donne sono quelle all'interno  del “focolare domestico”, sotto gli occhi attoniti  ma ricettivi dei figli e nella completa indifferenza di chi a volte “sa”, ma non parla.
E poi... corpi di donna “usa e getta”, nel più bieco stile di una società sempre più consumista e sgretolante qualsiasi valore, che non sia quello del soddisfacimento immediato dei propri bisogni materiali.
E poi..corpi acerbi di donna, venduti per l'avidità sessuale di “uomini” senza scrupoli: bambine a cui è stata tolta la magia dei primi baci, delle prime carezze, dei primi innamoramenti, “costrette” a vendere la propria virginale femminilità per possedere uno smartphone o un capo di abbigliamento di lusso. 
Ma che società è questa? 
La violenza sulle donne passa anche attraverso questi raccapriccianti aspetti che sono insiti anche nelle donne, in modo differente nelle più giovani, cresciute in questa società malata che premia soprattutto l'apparenza, il possesso, e raramente le capacità.
Non possiamo più rimandare : è giunto il momento di riflettere e di cambiare.
Cambiare nelle donne il “senso” di rispetto per noi stesse; cambiare all'interno delle nostre famiglie; cambiare il nostro “senso” di rispetto per gli altri, in particolare verso i più deboli ed incapaci di difendersi, siano esse donne, bambini, anziani, persone in difficoltà.
“RISPETTO”: un concetto difficile da comprendere ed ancora più difficile da mettere in pratica , ma che dobbiamo sforzarci di assimilare profondamente nelle nostre coscienze per potere sperare in un vero cambiamento culturale.

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