Ricordiamo lo storico apriliano Bernardino Tofani scomparso nel 2014 con un nostro articolo pubblicato qualche anno fa sul Giornale del Lazio di Aprilia
UNA TARGA CON I NOMI DI TUTTI I CADUTI PER MOTIVI BELLICI per non dimenticare
Bernardino Tofani |
Tofani arrivò con la sua famiglia ad Aprilia, seconda patria d' adozione, nel febbraio 1937 quando la cittadina era ancora in fase di costruzione. Uomo di poliedrica cultura ed interessi, Bernardino Tofani rappresenta lo spirito del ricercatore storico per eccellenza, minuzioso ed instancabile archivista, scrittore, amante dell'archeologia, dell'astronomia, della genealogia e topografia antiche, della storia medievale in genere. Nel 2009, dopo avere manifestato per anni la volontà di donare gratuitamente al Comune di Aprilia il proprio prezioso archivio cartografico e librario sulla storia del nostro territorio, e non avendo ricevuto alcun riscontro positivo, ha deciso di donarlo all’Archivio Storico Diocesano di Albano; davvero una grande perdita per la comunità di Aprilia. Ciò nonostante il 3 luglio 2012 il Comune di Aprilia, attraverso una delibera di giunta, ha accettato la donazione di altro materiale: documenti, fotografie, medaglie commemorative ed altri beni di carattere storico-scientifico.
Tofani ha pubblicato diversi libri sulla storia del territorio di Aprilia, tra questi “Aprilia e il suo territorio”(1986), “Campo di Carne della Battaglia” (1989), Carano, centro carovaniero dell'antica via Satricana”(1993), “ Dalla Domusculta Formias a Campoverde, XII secoli di storia”(1997) .
“Latii veteris documenta”(2007) è invece una monografia su Longone Sabino, paese nativo cui è rimasto affezionatissimo . E' proprio in questo libro che si evidenziano il suo amore per l' “antica patria” e la venerazione per gli antenati.
Sono attualmente in fase di pubblicazione “La Chiesa di S. Giovanni Battista in Campoleone” e “La Città di Amatrice nell'alto Lazio”.
La conversazione con Bernardino è piacevolissima per la grande simpatia ed umiltà che lo contraddistinguono ed è sempre costruttiva per l'interlocutore data l'inesauribile varietà di argomenti che si possono affrontare. Si ritrova in lui una dote non comune: il desiderio di comunicare agli altri con parole semplici, il suo “sapere”. E' anche uomo di profonda religiosità e fede, trasmessagli in particolare dalla mamma Clelia Mimma Ranazzi.
“Cari figlioli - disse Clelia ai figli al loro arrivo ad Aprilia nel 1937- ho la sensazione di essere arrivati come in una terra promessa dei tempi messianici: qui lo spazio è immenso, il suo territorio fertile, accogliente e ricoperto già da verdi e ondeggianti messi e con ogni ben di Dio che la terra produce anche nella stagione invernale. In questo territorio tutto è nuovo. Le case e gli edifici pubblici odorano ancora di calce fresca, svettano il campanile e la torre civica. C'è spazio di vita per tutti. Cercate di meritarvi questa terra promessa, rimanendo onesti, giusti e laboriosi come lo furono i nostri antenati.” (da “Latii veteris documenta”, pg 10 ).
In queste toccanti parole si intuiscono i sentimenti dei “pionieri di Aprilia”, che arrivarono ad Aprilia negli anni '30, periodo fascista in cui l'O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) assegnò i poderi ( circa 3000) dell'Agro Pontino, dopo la maestosa opera di bonifica integrale. I poderi dell'O.N.C., a riscatto ventennale, vennero assegnati a famiglie contadine numerose provenienti dal nord Italia e con almeno un ex-combattente. Ai coloni veniva fornito tutto il necessario, gli attrezzi agricoli ed alcuni capi di bestiame.
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