Inaugurazione: Aprilia, 24 aprile 2013

Discorso di Elisa Bonacini


Questa per me rappresenta una giornata importante, un passo importante per la realizzazione di un sogno perseguito per tanti anni da mio fratello Ostilio e  dalla mia famiglia  un museo storico che accolga i reperti e cimeli della seconda guerra mondiale relativi agli eserciti che hanno combattuto nel nostro territorio, da lui collezionati in un trentennio di appassionata ricerca. Il  desiderio della mia famiglia dopo la scomparsa di mio fratello è stato infatti sin da subito quello di volere condividere questo patrimonio storico con la collettività,  documento di memoria delle migliaia di vittime del conflitto e delle sofferenze che dovettero subire le popolazioni civili.  Grazie all'impegno preso dal Comune di Aprilia attraverso la delibera del 12 giugno 2012, si è potuto realizzare questo nuovo allestimento espositivo,   in attesa di un locale più idoneo nel centro storico di Aprilia. Tale esposizione permanente dovrà essere utilizzata a fini didattici, educativi e di studio, e resa accessibile gratuitamente al pubblico nelle modalità da concordare con l'Istituto Rosselli, che grazie alla sensibilità del Dirigente Dott. Galassi custodisce  dal 2008 parte della collezione. Potrà avvalersi della disponibilità di personale volontario dell' “Associazione un ricordo per la pace”  e di alcune Associazioni d'Arma e Combattentistiche di Aprilia. 
L'allestimento museale dovrà in futuro avvalersi di un sistema multimediale informativo aperto al fine di garantire una facile fruibilità delle informazioni didascaliche, adattandole alle differenti tipologie di visitatori (bambini, adulti, altre nazionalità), approfondendo gli aspetti storici e descrittivi dei reperti. Sarebbe auspicabile anche la creazione di una mostra on-line tramite sito internet, collegato al sito del Comune di Aprilia. Ciò contribuirebbe ad eventuali collegamenti e scambi culturali con altri musei italiani ed esteri, ed a promuovere un turismo culturale nella nostra cittadina.
L' interesse di Ostilio per i reperti di guerra ha avuto origine dalla nostra storia familiare, in quanto mio nonno Giuseppe Bonacini, nato a Reggio Emilia nel 1892, fu volontario nel Battaglione lombardo V.C.A. (Volontari Ciclisti Automobilisti) nel maggio del 1915, pochi giorni prima dell'entrata in guerra dell'Italia.
  Successivamente, frequentò il corso allievi Ufficiali e si arruolò nell' Esercito regolare nel Corpo dei Bersaglieri. Comandante di plotone, rimase ferito gravemente nella battaglia di Castegnovizza, e  a Sasson Piave  e fu decorato con due medaglie d' argento al V.M..  Durante la seconda guerra mondiale, seppure mutilato di guerra, fu Comandante del Distretto militare di Reggio Emilia. 
 Mio zio Dante Bonacini, Sottotenente del 6° Reggimento Bersaglieri, partì invece nel settembre 1942 da Reggio Emilia per la sfortunata “campagna di Russia”e, ferito gravemente sul Don, morì in prigionia nel febbraio 1943 a soli 21 anni. Solo nel 2011, dopo tante ricerche, ho saputo con molta emozione che i suoi resti riposano in una fossa comune ad Oranki, in Russia.
 Mio papà Ernesto, (più “fortunato”) partì a 20 anni per la guerra in Grecia, dove venne catturato dai tedeschi dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943 e deportato come IMI (Internato Militare), nello Stammlager IV B di Zeithain, in Germania, fino all'aprile 1945. Riuscì comunque a sopravvivere, sebbene in Grecia avesse contratto una grave forma di malaria. Di lui conservo il “diario di guerra e prigionia”, che scrisse in quei momenti tragici, un importante documento che ho già trascritto integralmente e che penso di pubblicare a breve.
Ed è in particolare mio nonno Giuseppe Bonacini, morto nel 1961 quando avevo solo pochi mesi, con i suoi epici e patriottici racconti di guerra, a far maturare in Ostilio la passione per questo particolare tipo di collezionismo.
Personalmente sto affrontando questo viaggio nella storia con grande passione, avida di ogni particolare  umano, che mi possa permettere di avvicinarmi quanto meno ad una visione lucida e senza influenze di parte della grande tragedia della guerra.
Avvicinarmi, voglio sottolineare, ma non comprendere,  perché  credo che per la mia generazione  sia impossibile comprendere a fondo, realmente, quelli che furono gli orrori della guerra e quanto odio, quanto dolore, ne siano derivati.
Dopo la morte di mio fratello Ostilio e dei miei genitori, mi sono resa conto di quanto essi mi avessero lasciato: non si riduceva solo alle cose materiali, ai nostri ricordi familiari custoditi e celati con quel pudore che solo quella generazione possedeva, ma era qualcosa di più.  Aprendo quei cassetti, ogni giorno rinvenivo qualcosa di straordinario: lettere, fotografie, documenti e finalmente, ed anche il cimelio per me più prezioso, il "diario di guerra e prigionia” di mio padre, custodito gelosamente per tutta la  vita nel suo comodino, avvolto in fogli di un vecchio giornale.
È banale descrivere quale emozione ho provato nel leggere quei fogli di carta sbiadita: giorno per giorno ho vissuto con lui quei momenti. Non avrei mai  immaginavo quanto dolore e sofferenza fisica e psicologica avesse potuto subire in guerra ed in prigionia nel lager : il dolore per la morte dei compagni, la malaria, il lager, la fame, gli stenti, la fatica per il duro lavoro, la paura di morire ed anche i tradimenti di chi aveva la sua fiducia.
È quest'ultimo forse il dolore più grande, quello che vede, a causa degli stenti,la degenerazione morale  dell'essere umano, il fratello contro il fratello.
Sempre più emerge dal diario questa amarezza, che si intreccia dolorosamente con l'infrangersi di quei valori, di quegli ideali che a suo tempo gli erano stati trasmessi.
 Sto realizzando da qualche tempo anche dei documentari storici quale arricchimento del museo, in cui sono raccolte le testimonianze di alcuni testimoni oculari delle vicende legate alla seconda guerra mondiale ed in particolare al coinvolgimento di Aprilia dopo lo sbarco degli americani ad Anzio il 22 gennaio 1944.
Ho conosciuto diversi sopravvissuti del periodo di guerra , molti tra questi i discendenti dei pionieri di Aprilia, presenti nel nostro territorio dalla  sua fondazione e diversi reduci sia alleati che tedeschi. L'idea nata nel 2012 di proporre di istituire  la celebrazione di una data per ricordare la liberazione di Aprilia  del 28 maggio  e quindi la fine della guerra nel nostro territorio, è maturata proprio dal contatto  con i  veterani che hanno combattuto nel nostro territorio, soprattutto con Harry Shindler, qui presente, soldato semplice nel reggimento Royal Electrical and Mechanical Engineers.a soli 20 anni, partecipò alle operazioni che seguirono lo “sbarco di Anzio” (“operation shingle”) ed alla liberazione di Roma. 
Aprilia “città martire” nel secondo conflitto mondiale, rivendica la sua storia ed è importante  soprattutto che le giovani generazioni comprendano quanta sofferenza sia derivata dalla guerra, quante vite umane siano state sacrificate per il raggiungimento della libertà e della democrazia e quanto sia importante l'impegno di tutti per mantenerla. 

Sono nata a Reggio Emilia, la Città del Tricolore, e ne sono orgogliosa. Oggi più che mai ritengo che ci sia bisogno di sviluppare un sano e costruttivo amore per la nostra Patria, ognuno di noi con un piccolo, ma essenziale contributo di onestà e generosità.

L' inaugurazione dell'esposizione bellica con sede provvisoria in questo istituto costituisce un passo avanti importante per il Comune di Aprilia, e fa ben pensare che i tempi siano ormai maturi per una prossima realizzazione del Museo della nostra Città. 
Rivolgo quindi un doveroso ringraziamento all'odierna Amministrazione di Aprilia, al Sindaco Antonio Terra, l'Assessore alla cultura Avv. Fabio Malecchi, al Dirigente III Settore Dott. Vincenzo Cucciardi , all'amico Fabio Biolcati Direttore della Multiservizi  per la disponibilità  del suo personale  ed all'operosa e paziente Sig.ra Anna Gambuzza, 
Ringrazio di cuore il Preside di questo Istituto dott. Galassi che, nonostante le molteplici attività dell'Istituto ,ci ha ospitati,incoraggiandomi a perseguire la realizzazione della mia iniziativa ed il Prof. Roberto Creo per  il Suo prezioso contributo.
Ringrazio l'architetto Otello Lazzari per la  progettazione delle teche modulari.
Ringrazio il Generale Massimo Coltrinari ed il Generale Luigi Marsibilio che mi stanno aiutando  nel progetto museale.

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