11 dicembre 2013

Addio Nelson Mandela!

Simbolo della lotta contro  l'apartheid

Gigante del perdono 


di Elisa Bonacini


Nelson Mandela
Non più lacrime e parole in tuo ricordo,  ma da oggi sia più forte l'impegno di ognuno di noi  per creare un mondo più giusto e solidale. Senza odio razziale e politico, senza più morti per fame e povertà e...  mai, mai, mai più guerra!!!
Insieme la speranza può divenire realtà!

Il 10 dicembre 2013,  proprio nella  Giornata Mondiale dei Diritti Umani, anche il cielo a Johannesburg   ha pianto il suo eroe della lotta contro il razzismo. 
 Presso lo stadio Soccer City di Soweto, la Township   simbolo della resistenza all'apartheid,  i grandi del mondo hanno commemorato  Nelson Mandela, scomparso il 5 dicembre all'età di 95 anni. Fu il primo presidente sudafricano  a essere eletto  dopo la fine dell'apartheid; è stato uno dei  leaders dell' African National Congress  e nel 1993 gli venne assegnato il premio Nobel per la pace.
Nonostante la forte pioggia migliaia e migliaia di persone commosse, bianchi e neri uniti dagli stessi ideali di giustizia e libertà  che Madiba  perseguì con tutta la sua forza  e che cambiarono il destino della popolazione di colore.

La  Giornata Mondiale dei Diritti Umani è stata istituita dall'ONU nel 1950 per celebrare la dichiarazione universale dei Diritti Umani (DUDU), firmata dagli Alleati il 10 dicembre 1948 a Parigi  in reazione alle atrocità commesse nella Seconda guerra mondiale.
Il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani:

« TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI ED EGUALI IN DIGNITÀ E DIRITTI. 
ESSI SONO DOTATI DI RAGIONE E DI COSCIENZA E DEVONO AGIRE GLI UNI VERSO GLI ALTRI IN SPIRITO DI FRATELLANZA. »
Immagine tratta da il video "I colori della pace" di Elisa Bonacini
Concorso Albero della Pace scuole medie inferiori Aprilia

Nelson Mandela trascorse ventisette anni nelle carceri del regime segregazionista bianco.
Ne uscì  nel 1990 il leader che avrebbe combattuto le grandi battaglie politiche che cambiarono il Sudafrica.

“INVICTUS”: “Mai vinto”   di William Ernest Henley (1849-1903)
 è la poesia che amò e che gli diede forza nei lunghissimi duri anni della prigionia:

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.
In the fell clutch of circumstance
I have not winced not cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.
Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.
It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

(Traduzione di Elisa Bonacini:

Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all'altro,
Ringrazio qualunque dio possa esistere
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa della circostanza
Non mi sono tirato indietro  né ho gridato.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Incombe il solo orrore delle ombre,
E pure la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto sia stretto il passaggio
Quanto piena di punizioni la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.)

Addio Madiba,
Il tuo spirito  indomito vivrà sempre!

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