16 giugno 2019

TANTI AUGURI ANNE FRANK!


Avrebbe compiuto 90 anni l' icona dello sterminio degli ebrei nei campi nazisti

Il diario a metterci in guardia sui pericoli provenienti da discriminazione, razzismo e antisemitismo



di Elisa Bonacini

“Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte il rombo l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità.”

Sognava di diventare scrittrice Annelies Marie Frank detta Anne e invece morì a 16 anni, deportata nei campi di concentramento nazisti. Scritte queste righe il 15 luglio 1944, pochi giorni prima della cattura il 4 agosto 1944 ad Amsterdam. Il suo diario ad eterna memoria della tragedia dell’olocausto. Scritto nella “casa sul retro” in Prinsengracht 263, il rifugio segreto nel quale visse oltre due anni con la famiglia per tentare di sfuggire all’odio nazista. 

Nata il 12 giugno 1929 nella città tedesca di Francoforte sul Meno aveva 10 anni Anne quando il primo settembre 1939 la Germania invase la Polonia dando inizio alla seconda guerra mondiale. Le leggi razziali emanate il 7 aprile del 1933  e le leggi di Norimberga del 1935 avevano già reso la vita degli ebrei in Germania molto difficile. Esclusi dalla vita civile, vietato lo svolgimento delle proprie attività, costretti infine ad abbandonare le loro case ed i loro beni per essere relegati nei ghetti. Otto Frank e la moglie Edith, papà e mamma di Anne, decisero pertanto di trasferirsi dalla Germania ad Amsterdam in Olanda per avviare un’impresa, l' ”Opekta”, che commerciava in pectina, addensante ancora oggi utilizzato per la preparazione di marmellate. 

Ma il 10 maggio 1940 i nazisti invasero anche i Paesi Bassi. L’esercito olandese si arrese pochi giorni dopo ed il nazismo impose le sue dure leggi e regolamenti contro gli ebrei. Vietato frequentare parchi, negozi, cinema. Scuole separate per soli ebrei. La stella giudaica cucita sugli abiti per essere distinti e discriminati al primo sguardo.

Il 5 luglio 1942 la sorella maggiore Margot ricevette la chiamata per andare a lavorare nella Germania nazista. La cosa insospettì non poco Otto poiché già si vociferava sull’esistenza dei campi di concentramento e delle camere a gas. Previdente Otto nella primavera del 1942 aveva allestito un nascondiglio nel retro dell’edificio dell’attività che aveva dovuto per forza di cose intestare all’amico Jan Gies. La porta che conduceva al rifugio di circa 50 m² nascosta da una libreria girevole. Il giorno seguente la decisione di nascondersi; col tempo si aggiunsero anche quattro clandestini. Ma il clima di tensione nel retro casa era alto: costante la paura di essere scoperti.

 La situazione di promiscuità portava a conflitti interpersonali. Difficile il rapporto di Anne con Fritz Pfeffer soprannominato "Dussel" (lo sciocco) con il quale doveva condividere la stanza. Contrasti anche con la mamma Edith che giorno per giorno perdeva sempre più la speranza, cosa che non si confaceva al carattere ottimista di Anne. Lì, in quella condizione di cattività, la scrittura sulle pagine bianche del diario ricevuto in regalo per i suoi 13 anni. È all’amica immaginaria Kitty che Anne affida il suo sfogo di adolescente, le sue domande senza risposta, sensazioni e sentimenti che intatti sono giunti fino a noi, indelebili, a scalfire le coscienze ed indicarci la strada da seguire. 
Ma nell'agosto del 1944 il gruppo venne tradito da un informatore anonimo; i clandestini scoperti e arrestati dalla Gestapo. Condotta con la famiglia al campo di concentramento di Westerbork venne deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz. Morì di tifo accanto alla sorella maggiore Margot nel campo di sterminio di Bergen-Belsen nel febbraio del 1945. Solo il papà Otto Frank sopravvisse, lui deportato ad Auschwitz. 

Fu grazie a Miep Gies, moglie di Jan (Henk) che il diario è pervenuto fino a noi. Miep, all'anagrafe Hermine Santrouschitz, era un’impiegata di Otto Frank, morta nel 2010 a 101 anni. Insieme al marito aveva aiutato i clandestini a sopravvivere nel nascondiglio provvedendo al loro sostentamento. Miep trovò il diario di Anna a terra nell’alloggio messo in subbuglio durante l’irruzione della polizia il 4 agosto 1944 conservandolo senza leggerlo e consegnandolo poi ad Otto Frank che ne curò la prima pubblicazione nel 1947 dal titolo : “Het Achterhuis”(Il retrocasa). 
Pesanti furono le critiche dei negazionisti la Shoah i quali affermavano il diario fosse un falso, un’abile manipolazione messa in atto dal padre Otto.  
Le tesi negazioniste trovarono smentita ufficiale solo dopo la morte di Otto avvenuta nel 1980. Il diario e le lettere di Anne vennero acquisite dall'Istituto dei Paesi Bassi per la documentazione di guerra, che nel 1986 ne commissionò una perizia attraverso il Ministero della Giustizia. Analizzati calligrafia e tutti i materiali utilizzati tra cui carta, colla e inchiostro il diario risultò autentico. Il 23 marzo 1990 la Corte regionale di Amburgo ne reiterò l’autenticità.

Dal 1960 il nascondiglio ad Amsterdam è un Museo: la “Casa di Anne Frank”. Otto partecipò alle attività della Fondazione Anne Frank e del Museo fino al 1980, anno della sua morte: si augurava che attraverso la lettura del diario i lettori divenissero “consapevoli dei pericoli rappresentati dalla discriminazione, dal razzismo e dall’antisemitismo”. 

In questi giorni Anne avrebbe compiuto 90 anni. Chissà se fosse sopravvissuta quanto avrebbe potuto comunicarci ulteriormente. Innumerevoli gli eventi per ricordarla, molte le trasmissioni televisive e produzioni cinematografiche dedicate. Uno degli eventi più significativi si è tenuto nel Campo di Ghetto Nuovo a Venezia mercoledì 12 giugno. Ideato dallo scrittore Matteo Corradini (che ha curato una nuova edizione del diario) in collaborazione con Museo ebraico e CoopCulture, Comunità ebraica di Venezia, Università Ca’ Foscari, Associazione Figli della Shoah, Consiglio d’Europa e Rizzoli editore.

90 voci, le più variegate: cittadini comuni, rappresentanti della cultura e della politica, studenti, insegnanti si sono alternati nella lettura delle 483 pagine del diario. Una “maratona” durata 10 ore. Ad aprire la lettura quattro donne sopravvissute allo sterminio nazista: Lia Finzi, Olga Neerman, Laura Voghera, Virginia Gattegno; l’attrice Ottavia Piccolo a chiudere la lettura. Tante voci quanti gli anni che avrebbe compiuto Anne, “le candeline sulla torta” hanno detto gli organizzatori.

Cara Anne, hai compiuto 90 anni ma per noi sarai sempre la piccola grande sognatrice di “ordine, pace, serenità”. Tanti Auguri Anne! 

(fonti :https://it.wikipedia.org/wiki/Anna_Frank; http://www.museodiffusotorino.it;
 http://www.treccani.it/; https://www.annefrank.org/en/anne;http://www.museoebraico.it/90-voci-per-anne-frank/ ; https://commons.wikimedia.org )

la casa di Anne Frank in  Prinsengracht 263


la libreria girevole che copriva l'accesso al nascondiglio dei Frank

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