10 febbraio 2021

10 febbraio : “Giorno del Ricordo” Associazione “Un ricordo per la pace” : “Mai più l’ulteriore oltraggio del silenzio.”

 Una sezione del Museo per la Pace ad Aprilia dedicata alle vittime delle Foibe, ma quando?



Il 10 febbraio è il “Giorno del Ricordo" in memoria della tragedia delle Foibe e dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. 
L’orrore delle Foibe venne perpetuato tra il 1943 e il 1945, quando i partigiani di Tito gettarono migliaia di italiani dentro cavità carsiche naturali, denominate “foibe”; molti erano ancora vivi. 
Migliaia di vittime  morirono tuttavia nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. *
A seguito della sconfitta dell’Italia nel conflitto mondiale un altro dramma, l’esodo degli  istriano-dalmati dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, 
Istituito come ricorrenza civile dal Parlamento italiano nel 2004, dopo quasi 60 anni di oblio e negazionismo, la data del 10 febbraio si riferisce al 1947, quando vennero firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, Fiume e Zara, territori che in precedenza facevano parte dell’Italia. 

La  Legge (30 marzo 2004, n. 92)
Art.1
1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.

“Un ricordo per la pace” : “Vergognoso l’oltraggio del silenzio perpetuato per decenni, un’ ulteriore offesa a quelle popolazioni. Una pagina controversa, buia e dolorosa della nostra storia, una ferita aperta che ci insegna ancora una volta dove può portare l’odio politico ed etnico.
Auspicando dopo tanti anni di attesa la prossima realizzazione del Museo per la pace ad Aprilia vogliamo ribadire che, oltre al ricordo di tutte vittime del nazifascismo e della deportazione civile e militare nei lager nazista è nostra intenzione dedicare una sezione del Museo alle vittime delle Foibe. Invitiamo pertanto ancora una volta l’amministrazione a riflettere sulla possibilità di istituire il Museo per la pace ad Aprilia.
Alla luce di nuovi inquietanti fenomeni di violenza, xenofobia e negazionismo spesso esercitati vigliaccamente attraverso le tastiere del web appare sempre più importante trasmettere alle nuove generazioni un messaggio di pace educando alla cultura del rispetto delle diversità e della solidarietà tra i popoli.  Il Ricordo, è passaggio fondamentale nella costruzione del futuro, perché come scrisse Primo Levi : “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo”.  Quando il Museo per la pace ad Aprilia?”


 (*i termini "foibe" e il neologismo "infoibare" sono diventati sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi[9][10]. Secondo gli storici Pupo e Spazzali, l'utilizzo simbolico di questo termine «può divenire fonte di equivoci qualora si affronti il nodo della quantificazione delle vittime», in quanto la differenza tra il numero relativamente ridotto dei corpi materialmente gettati nelle foibe, e quello più alto degli uccisi nei campi di prigionia, dovrebbe portare a parlare di "deportati" e "uccisi" per indicare tutte le vittime della repressione[11].
Si stima che le vittime in Venezia Giulia, nel Quarnaro e nella Dalmazia siano state, sempre secondo gli storici Pupo e Spazzali, tra le 3 000 e le 5 000, comprese le salme recuperate e quelle stimate nonché i morti nei campi di concentramento jugoslavi,[4][12][13] mentre alcune fonti fanno salire questo numero fino a 11 000[5]. In generale però cifre superiori alle 5 000 si raggiungono soltanto conteggiando anche i caduti che si ebbero da parte italiana nella lotta antipartigiana.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_delle_foibe)

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