21 marzo 2017

Giornata Nazionale in ricordo delle vittime delle mafie




L'ASSOCIAZIONE "UN RICORDO PER LA PACE"  DICE "NO!!!" ALLA MAFIA

Un verme putrido quello della mafia di ogni genere, che si insinua anche nella politica, corrompendo per vili tornaconti personali chi dovrebbe governare mettendo al primo posto i diritti ed il bene dei cittadini.

Che Dio possa illuminare le coscienze di questi malfattori, riportandoli sulla strada dell'onestà e della legalità.

La data del 21 marzo scelta simbolicamente da "Libera" per questa giornata nel primo giorno di primavera conduca ad una rinascita verso il bene, verso un mondo più giusto, senza più queste forme di prevaricazione e di violenza che inficiano vergognosamente il vivere civile.
       (immagine da Google)



ALLA RICERCA DEI DISPERSI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE


PROSEGUONO LE RICERCHE DELL'ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE” SUL B25 MITCHELL USA  PRECIPITATO AD ARDEA  NEL 1943



Proseguono le ricerche sull'aereo (bombardiere) B-25 MITCHELL USA precipitato nel fosso della Muratella (Ardea) il 19 luglio 1943, di ritorno dalla missione del primo tragico bombardamento su Roma, noto come il “bombardamento di San Lorenzo”.
La richiesta di informazioni era partita qualche anno fa dagli Stati Uniti, dalla famiglia di uno degli aviatori il cui corpo risulta tra i militari dispersi della seconda guerra mondiale.
Era stato Pat Scannon del “Ben Prop Project” a prendere a cuore il desiderio della famiglia contattando  gruppi di ricerca italiani. Agostino Alberti dell' “Air Crash Po” aveva segnalato il caso all'Associazione Arma Aeronautica; tramite Antonio Iovino presidente dell'A.A.A. di Aprilia la richiesta era così pervenuta all'Associazione “Un ricordo per la pace” le cui indagini condotte nel territorio di Pomezia-Ardea  nell'estate del 2015 sono riuscite a geo-referenziare il punto preciso di impatto (crash point) nel fosso della Muratella (Ardea).
Tramite il contatto con Pietro Bisesti presidente dell'Associazione Coloni Fondatori di Pomezia era stato possibile identificare anche due testimoni oculari: Mario Morellini e Bartolo Cimadon, all'epoca dodicenni, che avevano rivelato ulteriori particolari.
La ricerca, oggetto di un servizio del tg3 e di un articolo su una rivista di storia aeronautica, era arrivata fino al Defence POW/ MIA Accounting Agency (DPAA) del Defence Pentagon di Washington, un Dipartimento della Difesa americana che si occupa delle ricerche sui M.I.A. (“missing in action” cioè “dispersi in azioni di guerra”). Nel 2016 l'Ente statunitense aveva inviato in Italia una sua delegazione capitanata dal ricercatore Mr. Joshua Frank. Obiettivo del DPAA è “riportare a casa” i resti degli aviatori dispersi per darne degna sepoltura. La squadra composta da Frank e da 5 esperti tra cui un medico specializzato in esami del DNA, accompagnati dalla scrivente Elisa Bonacini, aveva eseguito il 21 aprile 2016 un primo sopralluogo sul crash point ed  ascoltato la testimonianza di Cimadon.
Nel corso del sopralluogo Josh Frank ha considerato l'ipotesi di effettuare degli scavi in profondità nel fosso, considerando tuttavia che, dato il flusso delle acque, pezzi dell'aereo potrebbero trovarsi anche a notevole distanza. E allora che fine avranno fatto quei poveri corpi o per meglio dire quello che ne è rimasto? Vero è che molto spesso anche a distanza di decenni, e ormai sono trascorsi ben quasi 74 anni, è provato in casi analoghi che qualche frammento di ossa rimane sempre ed il ritrovamento di essi, verificato da esami genetici, sarebbe un grande successo.
Un'altra ipotesi è quella dell'avvenuta rimozione e sepoltura dei corpi degli aviatori nei cimiteri presenti  a quei tempi intorno ad Ardea. I militari potrebbero quindi essere sepolti a nominativo ignoto nei cimiteri di Ardea o Pomezia. Grazie alla disponibilità del Comune di Ardea abbiamo appreso che non ci sarebbero sepolture in data vicina al 19 luglio 1943; attendiamo perciò risposta nelle documentazioni custodite nell'archivio Diocesano di Albano, dato che i sacerdoti svolgevano una pietosa e minuziosa opera di trascrizione dei decessi e delle sepolture.
In fiduciosa attesa del responso non possiamo che ancora una volta riflettere sulle inutili sofferenze provocate dalla guerra in ogni tempo. Continueremo nelle ricerche per quanto possibile nella speranza che possa realizzarsi il desiderio della famiglia americana che ha custodito per tanti anni con affetto la memoria del proprio caro.
E voglio concludere con la frase significativa di Roger Waters incisa sull'obelisco in memoria del padre Eric Fletcher Waters e dei caduti del 1944 senza sepoltura: “ashes or diamonds, foe or friend, we're all equal in the end”: “CENERE E DIAMANTI, NEMICI E AMICI, SIAMO TUTTI UGUALI ALLA FINE”.


Ardea 21 aprile 2015 Josh Frank e la squadra del DPAA con Elisa Bonacini e il testimone oculare Bartolo Cimadon.

8 marzo 2017

8 MARZO GIORNATA DELLA DONNA : IL COMUNICATO DELL'ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE”




Nella giornata dell'8 marzo  l'Associazione “Un ricordo per la pace” rivolge i più affettuosi auguri a tutte le donne.
La presidente Elisa Bonacini : “Voglio esprimere la mia stima per tutte le donne che con il proprio impegno danno un importante contributo alla società. Nonostante difficoltà e pregiudizi,  divise tra famiglia e lavoro, perseguono i propri progetti con determinazione. Quella delle donne è una forza straordinaria, insita nella propria natura di madri della vita e mediatrici di amore e pace. 
Il mio pensiero va anche con tristezza alle tante vittime della violenza maschile ed alle donne che vivono in tutti i campi un clima di discriminazione, sopraffazione e umiliazione. A loro va il mio abbraccio nella speranza che trovino il coraggio di uscire dal buio e dal silenzio della sofferenza e della vergogna per denunciare chi  le umilia, le perseguita e le violenta nel corpo e nell'anima. 
C'è bisogno di un grande cambiamento culturale, la strada da percorrere è ancora lunga. Le Istituzioni svolgano il proprio compito, con pene più severe e attraverso l'educazione nelle Scuole, ma fondamentali sono i rapporti e l'educazione all'interno delle famiglie, perché sono queste  le basi culturali che contribuiscono alla formazione dell'individuo.
La violenza sulle donne nel terzo millennio rappresenta per l'umanità intera una sconfitta sociale, la negazione di valori quali giustizia, rispetto, uguaglianza, una piaga purulenta che umilia le coscienze e  che dovrebbe spingere gli uomini ad un confronto più maturo con il genere femminile”.

L'albero della Pace logo dell'Associazione "Un ricordo per la Pace"


6 marzo 2017

DANTE BONACINI DISPERSO IN RUSSIA NEL 1943 : NELLA LETTERA DI UN COMMILITONE I PARTICOLARI DELLA MORTE


Dante Bonacini Reggio Emilia 1921- Russia 1943

La lettera scritta da Mario Sessa arrivò nel 1946 al padre Maggiore dei Bersaglieri Giuseppe Bonacini  che nel 1942 allora nel ruolo di Comandante del Distretto Militare di Reggio Emilia aveva disposto la partenza del figlio Dante, Sottotenente dei Bersaglieri, per il fronte russo.

Il documento è rimasto custodito tanti anni nei cassetti della memoria della famiglia Bonacini ed è tornato alla luce per volontà della nipote Elisa Bonacini.

La pubblichiamo immaginando il dolore che provò il padre nel leggere queste righe, il dolore straziante che accomuna in ogni tempo i  genitori che perdono un figlio a causa della guerra.

Per non dimenticare







UNA POESIA DEDICATA ALLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA

OLTRE GLI INGANNI DEL CUORE

(Pablo Picasso Nudo blu, 1902 )

Tremava 

 non capiva 

non più spazio per nuove lacrime

tremava e non capiva 

non più tempo per domande 

Tremava e non capiva

non più un luogo per vivere in pace

Tremava e non capiva

stretta all'angolo della sua solitudine

Tremava e non capiva

eppure era stato amore 

Al petto le ginocchia come un feto acerbo

i pugni stretti di fantasia

Dalle labbra un rigolo di sangue 

in un fragore accecante di silenzio

Ora vola libera

oltre gli inganni del cuore e le paure

in  quella linea sottile d'infinito 

ove i sogni non si infrangono con la realtà.

(da “realtà finzione e fantasia” - Elisa Bonacini)

Elisa Bonacini

4 marzo 2017

LA STORIA COMMOVENTE DI CARMEN COSSETTINI UNA BAMBINA MORTA NEL PERIODO DI GUERRA

 CARMEN  È TORNATA DALLA SUA MAMMA

MORÌ NEL 1944 DURANTE LO SFOLLAMENTO IN CALABRIA  A CAUSA DELLA GUERRA

La tenacia della famiglia che non l'ha mai dimenticata e  l'ha riportata ad Aprilia nell'aprile 2016

la famiglia Cossettini nel 1943 con la piccola Carmen

di Elisa Bonacini

E' tornata dalla sua mamma la piccola Carmen Cossettini, volata in cielo a soli 21 mesi nel 1944, durante lo sfollamento in Calabria causato dalla guerra nel nostro territorio. Finalmente ora, dopo tanti anni, mamma e figlia sono vicine nel cimitero di Aprilia. 
Il desiderio della mamma Matilde Pignattone e di tutta la famiglia Cossettini si è realizzato il 1 aprile scorso, quando la piccola salma partita da Cutro (Crotone) è arrivata a casa, ad Aprilia.
Carmen era nata il 23 settembre 1942 ad Aprilia da mamma Matilde e papà Pietro Cossettini, una delle prime Guardie Municipali di Aprilia. Dalla coppia nel dopoguerra nacque poi anche Franco Cossettini, scomparso nel 2008, conosciuto e stimato per aver prestato tanti anni servizio nella Polizia Municipale di Aprilia.
La famiglia Cossettini di origine friulana si era trasferita nel 1933 dapprima a Littoria (Latina), per poi stabilirsi ad Aprilia nel 1936, dopo la concessione di uno dei poderi dell'O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) proprio nel centro di Aprilia, tra le attuali via dei Mille e via Piave. Ma il benessere conquistato con tanto fatica si infranse presto con lo scoppio della seconda guerra mondiale nel 1940. Nonostante le preoccupazioni la nascita della piccola Carmen portò tanta gioia nella famiglia che aveva già tre figli: Mario, Olga Ines e Adelia. Ma dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio nel gennaio 1944 la situazione degenerò. Aprilia subiva sempre più frequenti bombardamenti La salvezza era nella fuga. Dapprima un rifugio nei pressi del cimitero, poi scortata dagli alleati la famiglia Cossettini raggiunse Anzio dove fu imbarcata su una nave per raggiungere la Calabria, precisamente la località di Cutro, vicino Crotone. Solo papà Pietro dovette rimanere ad Aprilia per aiutare gli alleati, data la sua conoscenza del territorio.  Ma la vita da sfollati non era semplice. La famiglia Cossettini si era adattata come poteva. Come tutti in quel periodo si mangiava quel poco che si trovava, anche l'acqua potabile scarseggiava. La piccola Carmen cresceva tra queste gravi difficoltà causate dalla guerra. Le cose migliorarono leggermente quando Matilde conobbe il sindaco di Cutro che si impietosì della situazione e diede alla famiglia Cossettini una stalla dove poter vivere tutti insieme. Matilde con la sorella Amalia, anche lei sfollata in Calabria con le altre sorelle, contraccambiavano la cortesia facendo le pulizie a casa del sindaco, rammendando e cucendo i vestiti per tutti, anche per i soldati alleati.
Laura Cossettini, figlia di Franco, che mi ha aiutato nella ricostruzione della storia, ci racconta con emozione : “Nel paese tutti non facevano che parlare di questa bambina per quanto era bella e socievole con tutti; gli stessi soldati rimanevano meravigliati nel vedere questa bimba con i suoi bellissimi capelli chiari raccolti con una piccola banana sulla testolina fermata con un fiocchettino che mia zia chiamava “baby”. Non c'era giorno che la piccola, appena sveglia, non chiedesse alla mamma (mia nonna) di farle il “baby”. Purtroppo, a causa della miseria della guerra, la bimba morì il 23 giugno 1944 a soli 21 mesi di dissenteria. Al suo funerale partecipò tutto il paese ed i soldati alleati. Il sindaco del paese di Cutro pagò le spese del funerale e del fornetto. Mio nonno seppe tramite lettera che la bambina era morta.  Quando nonna rientrò ad Aprilia, dopo la liberazione di Roma, non poté portare con sé la salma. Successivamente tentò mia zia Olga chiedendo aiuto alla Curia, ma fu tutto inutile. Quando morì mia nonna nel giugno 1965 il suo ultimo pensiero fu per Carmen, chiedendo ai figli di non dimenticare questa sorellina. Negli anni successivi la mia famiglia l'ha cercata invano diverse volte nel cimitero di Cutro. Mio padre e mia madre vi si recarono nel 2001 e il custode del cimitero indicò loro la tomba, ma a causa di un incendio avvenuto nel Comune mio padre non poté poi documentare che proprio lì era sepolta la sorellina mai conosciuta. Dopo non poche difficoltà burocratiche mio marito Sandro Guidarelli (ndr: Ispettore presso Istituto per Ispettori di Polizia a Nettuno) è riuscito ad avverare il desiderio di tutta la nostra famiglia riportando Carmen a casa. La piccola è arrivata ad Aprilia lo scorso 1 aprile. Nella Santa Messa serale di sabato 2 aprile presso la chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti ha ricevuto la benedizione di Don Franco, un momento molto commovente.  Destino ha voluto che la bimba è stata tumulata il 5 aprile nel cimitero di Aprilia proprio vicino alla sua mamma, mia nonna, che tanto l'aveva desiderata con sé. Voglio esprimere un ringraziamento di cuore al personale dell'Ufficio Tecnico del Comune di Cutro e dell'Ufficio Anagrafe e Stato civile del Comune di Aprilia, al signor Antonio Sestilio di Cutro che ha donato la piccola bara e a tutti coloro che si sono prodigati affinché si realizzasse il sogno di mia nonna e di tutta la nostra famiglia di riavere a casa la piccola zia Carmen”.
da sinistra Sandro Guidarelli con la moglie Laura Cossettini , Adelia Cossettini con la salma di Carmen e Gianni Macheda 


(articolo pubblicato sul Giornale del Lazio)

3 marzo 2017

SOGNANDO DI PACE (da video "I Colori della Pace"ASSOCIAZIONE "UN RICORDO PER LA PACE")




LA PACE

non è un concetto ideale,

non è un sogno

è un' esplosione di amore

solo amore

senza più odio e violenza

senza più guerra.

La pace

è un pensiero libero

in 

un mondo a colori

senza razzismo

senza confini

senza più reticolati

la pace e' vita !

(di Elisa Bonacini)


(immagini da concorso L'Albero della Pace anno 2013 - Scuole Medie Inferiori Comune di Aprilia (LT)  )


2 marzo 2017

1944 APRILIA IN GUERRA: La testimonianza dei fratelli Bucci


Nel 73 esimo anniversario dei combattimenti ad Aprilia, riproponiamo la testimonianza di chi visse tra la popolazione civile quei momenti tragici.
I  fratelli Bucci, che risiedono ancora ad Aprilia  nella superficie del loro podere ONC in via Carducci, si trovarono coinvolti nei combattimenti tra tedeschi ed americani nei giorni che seguirono lo sbarco degli americani ad Anzio il 22 gennaio 1944.
Racconta Cesarino: “Gli americani si piazzarono sulla Piccola Circonvallazione. La mattina seguente i tedeschi che provenivano dal fosso della Ficoccia, occuparono il nostro podere. Cominciò una grande offensiva tra americani e tedeschi. Noi ci riparammo nella stanza più interna del casale. I tedeschi si appostarono dietro il fienile, dietro il porcile, dietro il forno. Terrorizzati, osservavamo tutto attraverso le finestre. Ne morirono tantissimi! I soldati feriti entravano in casa e quelli che poi morivano venivano gettati fuori dalle finestre. Ne sopravvissero solo tre o quattro. Mio zio suggerì di arrendersi; loro allora misero la bandiera fuori in segno di resa, ma gli americani poco dopo ripresero a colpire, pensando forse si trattasse di un tranello. A quel punto anche i tedeschi ripresero a sparare, da una finestra all'altra, per far capire di essere ancora molti. Verso le 5, era già quasi buio, fuggirono in direzione del cimitero e noi invece andammo verso gli americani, cioè verso il centro di Aprilia. Trascorremmo la notte nelle sale dell' O.N.C. e poi raggiungemmo la località di Buon Riposo, che era sotto il controllo americano, dove aveva il podere una nostra zia. Dopo qualche giorno, poiché i tedeschi avanzavano, ci rifugiammo nelle grotte di Beghin. Eravamo circa 50 persone tra cui le famiglie Carboni e Pazienti, ed una cinquantina di soldati americani. I tedeschi, sapendo che vi erano nascosti degli americani, buttarono alcune bombe lacrimogene all'imboccatura delle grotte. Scappammo immediatamente all'aperto, coprendoci alla meglio il viso per ripararci dalle esalazioni tossiche del gas. Fuori dalle grotte ci presero i tedeschi, mentre gli americani iniziarono la loro offensiva. Io rimasi ferito alla mano sinistra ”.
“I tedeschi ci portarono a Roma, dove trascorremmo circa 20 giorni in una caserma nella zona di S..Giovanni, che accoglieva centinaia di sfollati in condizioni igieniche miserabili ” -spiega Angelo Bucci - “Ci caricarono poi su una tradotta militare tedesca per portarci ai campi di concentramento. A Monte Rotondo un bombardamento americano colpì, distruggendoli, il locomotore del nostro treno ed i primi quattro vagoni. Noi eravamo al quinto o al sesto. Ci furono numerose vittime. Ci siamo salvati per miracolo! Dopo un lungo viaggio, in gran parte a piedi e con mezzi di fortuna riuscimmo ad arrivare nel mese di aprile in Romagna da parenti . Ritornammo ad Aprilia a fine guerra: il nostro podere era stato completamente distrutto. Ci attendeva il gravoso compito della ricostruzione”.


“Prendemmo due vacche”-racconta Romano- “una maremmana e una perugina. Sono state il nostro Cater -Pillar, il nostro trattore multifunzione. Grazie ai proventi della coltivazione del grano abbiamo potuto ricominciare a vivere dignitosamente. Quando sono morte per vecchiaia, dopo tanto lavoro, abbiamo pianto tutti, compreso nostro padre”

19 LUGLIO 1943 IL BOMBARDAMENTO SU SAN LORENZO - ROMA : i ricordi di una testimone oculare


di Elisa Bonacini
«Cadevano le bombe come neve» cantava Francesco De Gregori in uno struggente pezzo degli anni '80 dal titolo “San Lorenzo”. 
Quello del 19 luglio del 1943, rimasto alla storia come “il bombardamento di San Lorenzo” fu il primo drammatico bombardamento di Roma. 
660 bombardieri statunitensi scortati da decine di “caccia” sganciarono sulla città 4.000 bombe, più di 1000 tonnellate di esplosivo: il numero dei morti fu altissimo, circa 3.000 con oltre 11.000 feriti; oltre1.500 morti e 4.000 feriti solo nel quartiere di San Lorenzo.
Quello che doveva essere un “bombardamento di precisione” sullo scalo ferroviario di San Lorenzo, in realtà si dimostrò un' operazione ben differente . 
Dopo le prime bombe sull'obiettivo prefissato vennero colpiti gli aeroporti di Centocelle e Ciampino. Si dice che il fumo intenso provocato dalle esplosioni rese inutilizzabili i sistemi di puntamento. Fatto sta che vennero bombardati duramente anche altri quartieri residenziali romani tra cui Tiburtino, S.Giovanni, Prenestino, Casilino, Labicano, Tuscolano e Nomentano. Vennero danneggiati numerosi edifici storici, la Cattedrale di San Lorenzo, la Città Universitaria, l'Istituto Superiore di Sanità, il Policlinico, il Cimitero del Verano.
Roma subì in seguito  decine di bombardamenti, circa 50, prima della liberazione che arrivò il 4 giugno 1944. 
L'Associazione “Un ricordo per la pace”  ha in progetto un video documentario con le testimonianze di alcuni testimoni oculari.
Tra queste inedita è quella di Anna Maria Ciambellari, sorella di Patrizia che risiede da molti anni ad Aprilia.
Nel 1943 Anna Maria, secondogenita di una famiglia già con 3 figli, aveva solo 10 anni, ma ricorda ancora bene la paura, i disagi e le privazioni, la fame vera di chi visse a Roma il periodo della guerra. Il 19 luglio Anna Maria si trovava nella piccola abitazione al Tiburtino Terzo concessa alla famiglia Ciambellari da Mussolini dopo l'esproprio della loro casa e del terreno adiacente nei pressi di Caracalla. Nei suoi occhi di bambina quelle scene sono ancora nitide: le corse col cuore in gola con i fratellini al suono delle sirene per rifugiarsi nei “grottoni” nei pressi del fiume Aniene;  la mamma Elena con in grembo un'altra creatura che cercava di portare con sé gli oggetti più cari ed i pochi viveri... Non fu certo facile per lei affrontare da sola con tre figli ed uno in arrivo i disagi ed i pericoli di quei giorni terribili.
Il capofamiglia Alessandro era assente, combattente in Africa. Solo qualche giorno di licenza all'anno e poi di nuovo al fronte. Il quarto figlio in arrivo lo salvò dalla partenza per la Russia da cui i suoi compagni non fecero ritorno.
La bimba nacque nel novembre 1943. Ai patimenti per la guerra si aggiunse il dolore per quella bambina, nata con problemi fisici importanti. Un anno di sofferenze e poi la morte due giorni dopo il compleanno, il 4 novembre 1944. “La dovemmo tenere una settimana in casa in attesa dei funerali. Fu una cosa straziante!” racconta con gli occhi lucidi Anna Maria. 
Tanto dolore, ma la rinascita nel dopoguerra ed un benessere riconquistato: il lavoro del padre come stuccatore nell'edilizia, la mamma che dava il suo contributo come donna di servizio e la famiglia che aumentò con le liete nascite di Patrizia e Danilo.
Una famiglia italiana come tante che, dopo tante vicissitudini, con coraggio, onestà e tanti sacrifici  ha saputo rimboccarsi le maniche e tirare avanti  cercando di perseguire sempre  il bene di tutta la famiglia. 
Sono queste le voci della nostra storia, testimonianze che non si trovano nei libri di testo, ma che ritengo importanti per capire quanto gli eventi storici influenzino, e spesso stravolgano soprattutto il destino delle persone più semplici ed umili.

da sinistra Anna Maria Ciambellari con la sorella Patrizia 

(articolo pubblicato sul Giornale del Lazio)




MUSEO UN RICORDO PER LA PACE: IPOTESI DI PROGETTO



A seguire l'ipotesi del progetto museale protocollato negli uffici comunali di Aprilia lo scorso febbraio in allegato al primo blocco di firmatari a sostegno dell'iniziativa.



AL SINDACO ANTONIO TERRA

AL COMUNE DI APRILIA


OGGETTO :

MUSEO “UN RICORDO PER LA PACE” NEL CENTRO 

STORICO DI APRILIA : IPOTESI DI PROGETTO



LOCATION
Locali attualmente adibiti ad uffici al pubblico Comune Piazza Roma

TEMA DELLA MOSTRA
APRILIA IN GUERRA: LA BATTAGLIA DI APRILIA”

SPAZI
spazi minimi necessari : 200 mq
(per contenere le teche già esistenti al Liceo Meucci)

MATERIALI
collezione Bonacini ( oltre 300 reperti già collocati in teche predisposte); altri materiali storici affidati al Comune di Aprilia o di proprietà del Comune di Aprilia.
Qualora gli spazi consentiranno di realizzare in aggiunta nuove teche espositive, la famiglia Bonacini si impegna ad affidare i rimanenti reperti della collezione.

UTENZA
cittadinanza, scuole, turisti .

FINALITÀ E OBIETTIVI
Il progetto museale “Un ricordo” si inserisce in un' ottica di crescita culturale della Città di Aprilia e di valorizzazione del centro storico quale luogo di riferimento dell'identità storica e culturale della Città.
  • MUSEO PER RICORDARE E EDUCARE
Museo per ricordare , strumento di trasmissione della memoria alle nuove generazioni,
Museo con finalità didattiche ed educative, tese a sviluppare nei cittadini un senso di appartenenza al territorio, di conoscenza della storia e del doloroso percorso dell'Italia verso l'istituzione della Repubblica.
  • MUSEO PER PROMUOVERE LA CULTURA DELLA PACE E DELLA LIBERTÀ
Museo quale cuore pulsante di iniziative per la pace; si avvarrà di uno spazio per piccole mostre ed iniziative contro la violenza di ogni genere, tese ad educare il cittadino al valore delle pace e della tolleranza interculturale, nonché di trasmissione dei valori della Patria e dei principi di libertà e democrazia su cui è basata la nostra Repubblica Italiana.

  • MUSEO ASCOLTO E PARTECIPAZIONE
Museo per favorire la partecipazione attiva del cittadino nelle progettualità socio-culturali della Città : le idee dei cittadini stimolo per iniziative ed eventi.

ORGANIZZAZIONE
Il Museo avrà come punto di riferimento l'Assessorato alla Cultura del Comune di Aprilia; necessiterà di personale fisso in ruolo di guardiania/ portierato/accoglienza con l'apertura di uno sportello informativo/turistico.
La mostra si avvarrà della partecipazione volontaria dell'Associazione “Un ricordo per la pace” nel ruolo di curatrice dei reperti Bonacini, di proprietà della presidente Elisa Bonacini.
Si auspica la collaborazione delle Associazioni d'Arma e Combattentistiche e di altre Associazioni apriliane nell'organizzazione di iniziative ed eventi.


INGRESSO ED ORARI
La mostra dovrà essere resa accessibile gratuitamente al pubblico, con eventuale offerta volontaria documentata con ricevuta ed indirizzata a necessità della mostra e/o progetti di solidarietà.
Orari da concordare, con apertura anche festiva /domenicale.


SICUREZZA
La mostra si avvarrà di un adeguato sistema di sicurezza attraverso sistema di videosorveglianza ed allarme ed i materiali esposti saranno tutelati da copertura assicurativa.


MUSEO CHE CAMBIA
Uno dei punti cardine dell'esposizione: Museo non “statico”, ma la cui esposizione cambia aspetto con la rotazione dei reperti in sezioni tematiche in relazione a ricorrenze di carattere locale e nazionale; la finalità è dare al visitatore un impatto visivo sempre nuovo e stimolante, stimolando una frequentazione abituale del museo.


MUSEO A MISURA DI …
  • BAMBINI : creare un “percorso museale” dedicato ai bambini attraverso utilizzo di apposito materiale audiovisivo e spiegazioni semplificate
  • VISITATORI DI ALTRE NAZIONALITÀ : Totem informativo multilingua

MUSEO MULTIMEDIALE INTERATTIVO
L'allestimento museale dovrà avvalersi di un sistema multimediale informativo aperto (Totem o tavolo) al fine di garantire una facile fruibilità delle informazioni didascaliche, adattandole alle differenti tipologie di visitatori (bambini, adulti, altre nazionalità), approfondendo gli aspetti storici e descrittivi dei reperti.


MUSEO A IMPATTO AUDIO - VISIVO
predisporre un grande monitor fisso per proiezione di filmati ed un adeguato impianto di diffusione audio, con predisposizione a particolari effetti sonori.


DIVULGAZIONE E PROMOZIONE
  • CREAZIONE DI SITO INTERNET sulla mostra collegato al sito del Comune di Aprilia.
  • INTEGRARE L'ESPOSIZIONE CON MATERIALE DIVULGATIVO CARTACEO, pubblicazioni, cartoline e gadget, in vendita presso apposito sportello informativo.
  • VALORIZZARE IL CENTRO STORICO DI APRILIA con installazioni permanenti di pannelli artistico- fotografici che riportino al periodo di guerra .
  • INSTALLARE SUL TERRITORIO SEGNALETICHE INFORMATIVE MULTILINGUA

  • CIRCUITO TURISTICO
  • ISTITUIRE UN UFFICIO TURISTICO COMUNALE
  • CREARE COLLEGAMENTI AD ALTRE STRUTTURE MUSEALI NAZIONALI ED ESTERE , in particolare con il Museo dello Sbarco di Anzio, creando un primo circuito turistico Sbarco di Anzio - Battaglia di Aprilia.
  • ORGANIZZARE/COORDINARE VISITE/TOURS AL MUSEO, NEI LUOGHI DEI COMBATTIMENTI,presso memoriali dei caduti del 1944 con possibilità di ristoro (pacchetti a prezzo concordato) in ristoranti e strutture convenzionate in eventuale collaborazione con l'organizzazione del “Museo dello sbarco” di Anzio .











28 MAGGIO LA GIORNATA DEL RICORDO DELLA BATTAGLIA DI APRILIA



La giornata del ricordo “28 Maggio 1944 : la Battaglia di Aprilia”  in memoria dei caduti è stata istituita con Deliberazione del Consiglio Comunale n°3 del 31.01.2013 .

Fu  la nostra Associazione “Un ricordo per la Pace" promotrice dell'iniziativa nel maggio 2012  con l'adesione delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma di Aprilia ed altre Associazioni locali, tra cui la Croce Rossa Italiana.

La richiesta che venne sottoposta al Comune di Aprilia, a firma delle Associazioni  era quella di istituire una data nella quale ricordare i cruenti combattimenti del 1944 che  ebbero termine intorno al 28 maggio 1944, data in cui si completò la Liberazione dell'Agro Pontino.

La richiesta si avvaleva delle seguenti motivazioni:

“A seguito dello Sbarco degli alleati ad Anzio il 22 gennaio 1944 la nostra Città divenne per 4 mesi cruento teatro di battaglia tra l'esercito tedesco e quello anglo-americano nel cammino verso la liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno 1944;
immani furono le sofferenze che dovette subire la popolazione del territorio costretta ad abbandonare le proprie abitazioni e ad affrontare, a guerra finita, la gravosa opera della ricostruzione; 
nel ricordo di tutte le vittime militari e civili del conflitto, dell’eroica opera di bonifica dei terreni da mine ed ordigni effettuata a costo della propria vita dagli “sminatori” di Aprilia.
Motivazioni queste del conferimento ad Aprilia  in data 8 febbraio 2001 della Medaglia di bronzo al merito civile”.



1 marzo 2017

Cimitero americano di Nettuno (Sicily – Rome American Cemetery and Memorial)




Il cimitero americano di Nettuno (Sicily – Rome American Cemetery and Memorial) è un cimitero di guerra che raccoglie le spoglie dei soldati statunitensi caduti durante la campagna d'Italia nella seconda guerra mondiale.
Nato come cimitero temporaneo di guerra solo due giorni dopo lo sbarco alleato ad Anzio e Nettuno,  nel  1956  venne costruito  nella forma attuale dalla American Battle Monuments Commission  (Commissione Americana per i Monumenti di Guerra) che ha sede a Washington  e che si occupa della sua manutenzione e amministrazione.
Il sito ha una dimensione notevole di oltre di 300.000 m². All'ingresso vi è un laghetto circondato da cipressi Il cimitero contiene 7.861 lapidi bianche dei militari americani americani deceduti (tra cui  alcune donne crocerossine e ausiliarie militari e civili)  nelle varie operazioni militari in Italia : lo sbarco in Sicilia e a Salerno del 1943 e  lo sbarco ad Anzio e Nettuno del 1944,
 In fondo vi è un grande Memorial, consistente di una cappella, un peristilio e una stanza sulle cui pareti sono illustrate le operazioni militari della seconda guerra mondiale..



 In posizione preminente nel peristilio si trova il monumento ai "Fratelli in armi", una scultura bronzea che ritrae il soldato e il marinaio statunitensi abbracciati.




 All'interno della cappella  incisi  sul marmo i  nomi dei 3.094 soldati dispersi.

490 tombe raccolgono le spoglie di soldati non identificati.










foto di Elisa Bonacini
(informazioni da http://www.comune.nettuno.roma.it/pagina677_cimitero-americano.html;
https://it.wikipedia.org/wiki/Cimitero_americano_di_Nettuno )




LA VISITA AL MUSEO STORICO DEI BERSAGLIERI A PORTA PIA

BERSAGLIERI: CHE PASSIONE !!!

180 anni di corsa...... al suono della Fanfara


di Elisa Bonacini

Ebbene sì, lo confesso: i Bersaglieri sono la mia passione! Sarà perché sono erede di una famiglia di Bersaglieri, con mio nonno il Maggiore Giuseppe Bonacini pluridecorato al Valor Militare durante la Prima Guerra Mondiale e mio zio Sottotenente Dante Bonacini, scomparso nel 1943 a soli 21 anni nella Campagna di Russia; sarà per l'allegria travolgente che provo e che proviamo un po' tutti al passare della Fanfara; sarà perché essi rappresentano nel loro genuino patriottismo tutto il popolo italiano; sarà per tutto questo e molto molto altro che non so spiegare, ma i Bersaglieri hanno davvero un posto importante nel mio cuore, così come nel cuore di tutti gli Italiani.
Qualche giorno fa ho fatto visita al Museo Storico dei Bersaglieri a Porta Pia a Roma, accolta dal dipendente Mario Tomassi: una visita emozionante tra migliaia di cimeli e ricordi bersagliereschi, dipinti, fotografie ed un notevole materiale documentaristico ed iconografico amorevolmente raccolto e conservato nell'archivio storico e nella biblioteca.
Al piano terreno del Museo troviamo la Saletta La Marmora con il busto del Fondatore Alessandro Ferrero Della Marmora ed il Salone d'Onore con vari oggetti, cimeli e documenti originali a lui appartenuti tra cui la “proposizione” scritta di suo pugno a Re Carlo Alberto per ottenere la costituzione del Corpo dei Bersaglieri, istituito il 18 giugno 1836 in Piemonte, allora Regno di Sardegna; esposta anche la sciabola impugnata da La Marmora il giorno del “battesimo del fuoco”  l'8 aprile 1848 a ponte di Goito.

Sempre al pianterreno troviamo il Sacrario, l'ambiente più suggestivo, dedicato agli oltre centomila Fanti piumati caduti per la Patria. Sono presenti all'interno del Museo le sale dedicate alla loro partecipazione alla Prima e alla Seconda Guerra mondiale ed alla Guerra di Liberazione, e la saletta dedicata alle Medaglie d'Oro. 



Emozionante pure vedere la bicicletta appartenuta al Bersagliere romano Enrico Toti di cui il 6 agosto scorso è ricorso il centenario della morte; Toti è rappresentato anche in un monumento nel cortile del Museo che accoglie pure il busto di Goffredo Mameli, autore del nostro Inno Nazionale. 
È stata un' esperienza bellissima che consiglio a tutti, una visita molto istruttiva anche per scolaresche di ogni età. L'ingresso è gratuito e per gruppi c'è la possibilità di visite guidate accompagnati dai gentilissimi Dott.ssa Anna Christian Di Carlo e Mario Tomassi.





LA FANFARA DEI BERSAGLIERI
Non si può pensare ai Bersaglieri senza associare loro la tradizionale Fanfara. L'atto costitutivo del Corpo del 18 giugno 1836 stabiliva che per ogni Compagnia ci fossero 13 trombette ed un Caporale trombettiere. 
Era il 1° luglio 1836 la prima volta che i Bersaglieri uscirono dalla Caserma “Ceppi” in Torino, «…marciavano in testa dodici soldati colla carabina sulla spalla sinistra, tenendo nella destra corni da caccia con cui suonavano una marcia allegra, vivace e tale da far venire la voglia di correre anche agli sciancati…» (Quarenghi). La Fanfara dei Bersaglieri è l'unica Fanfara al mondo ad esibirsi a passo di corsa; questa consuetudine deriva dall'ingresso in Roma alla Breccia di Porta Pia, che i Fanti piumati avrebbero dovuto effettuare a passo di carica, ma che divenne spontaneamente una corsa .

La Sezione Bersaglieri di Aprilia vanta una prestigiosa Fanfara costituita il 12 ottobre 1985 grazie alla determinazione dell'allora Presidente dell'Associazione Bersaglieri d'Italia Adelchi Cotterli scomparso qualche anno fa  e da cui hanno preso il nome la Fanfara e l'attuale Sezione Bersaglieri di Aprilia.





(cenni storici sulla storia dei Bersaglieri da Wikipedia; sul Museo dei Bersaglieri da “A Porta Pia Il Museo Storico dei Bersaglieri” di Camillo Cacciò -1981- ristampa 2006; foto Elisa Bonacini)