23 luglio 2019

Medaglia d’Onore al papà di Vasco Rossi: l'appello dell'Associazione “Un ricordo per la pace”




Giovanni Carlo Rossi tra i 650 000 IMI che dissero NO al nazismo dopo l'8 settembre 1943


Medaglia d’Onore a Giovanni Carlo Rossi papà del cantante Vasco Rossi. È quanto si prefigge come obiettivo la nostra associazione “Un ricordo per la pace” nell’ambito del progetto “MEMORIA AGLI I.M.I”. Il tentativo di contatto con Vasco attraverso una lettera inviata ai media. 
Dal 2011 “Un ricordo per la pace” assiste gratuitamente gli aventi diritto nelle richieste della Medaglia d’Onore, onorificenza concessa ai cittadini italiani militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra.
L’attenzione dei ricercatori dell’associazione è rivolta ora alla storia del papà di Vasco Rossi.
Vasco: un nome insolito che, come dichiarato dal cantante, fu scelto dal padre in omaggio ad un compagno di prigionia che gli aveva salvato la vita durante un bombardamento in Germania, durante la seconda guerra mondiale.

Giovanni Carlo Rossi,  uno dei 650.000 IMI (Internati Militari Italiani) che sui vari fronti dissero NO al nazismo dopo l’armistizio dell’Italia l’8 settembre 1943 e pertanto catturati dai tedeschi e deportati nei campi di concentramento in Germania, obbligati a lavorare per l’economia di guerra nazista. Uno degli eroi, Giovanni Carlo, di una resistenza per molti anni oscurata. Un’oblio perpetuato nei confronti degli IMI fino all “istituzionalizzazione” della memoria che in Italia arrivò di fatto con la legge n. 296 del 27 dicembre 2006. È con questa legge che lo Stato Italiano ha previsto per gli ex internati la concessione della Medaglia d’Onore a titolo di risarcimento morale per la fedeltà alla Patria; concessa su richiesta degli eredi (pochissimi gli IMI ancora viventi) tramite decreto del Presidente della Repubblica. 
Giovanni Carlo Rossi venne catturato all'isola d'Elba con i suoi commilitoni probabilmente il 17 settembre 1943 giorno della resa dopo i bombardamenti degli Stukas nazisti che costarono la vita ad oltre 100 persone tra militari e civili. I militari vennero detenuti dai tedeschi nella Caserma “Vittorio Veneto” a Portoferraio fino alla deportazione nei campi di concentramento in Germania nell'ottobre 1943. Giovanni Carlo venne internato in un campo nei pressi di Dortmund.


Nella lettera indirizzata a Vasco il 19 luglio scorso scrive Elisa Bonacini, a sua volta figlia di IMI e presidente di “Un ricordo per la Pace” : “Noi non ci conosciamo, Vasco, ma abbiamo qualcosa in comune. Nel nostro DNA un po’ della forza dei nostri padri, del loro coraggio. I nostri papà tra i 650 000 soldati italiani che per fedeltà alla Patria, allora Regno d’Italia, dissero NO al nazismo e preferirono subire la prigionia nel lager, costretti al duro lavoro per la Germania. Fortunati entrambi nel ritornare a casa, seppure l’ombra di loro stessi, smagriti ed irriconoscibili”.
Continua Elisa nel proporre la richiesta della Medaglia IMI : “ Vasco...vedi… è lo Stato italiano che si inchina davanti al sacrificio di questi italiani; io credo che anche tuo padre ne sarebbe orgoglioso.” 
Termina Elisa con un appello: “Caro Vasco, tu, seppur inconsapevolmente sei il più celebre dei testimonial per accendere i riflettori sulla storia degli IMI . Troppi anni di oblio. Chi meglio di te può farlo?” . 
Si attende ora un riscontro del cantante, notoriamente molto legato al padre scomparso nel 1979, quando Vasco era ancora agli esordi della sua straordinaria carriera. 
La richiesta dell’onorificenza che potrebbe partire a suo nome o di un familiare un modo di dimostrare ulteriormente l’affetto e la stima per un uomo che tanto ha trasmesso a Vasco, i veri valori della vita. 


LA LETTERA DI ELISA

Ciao Vasco,

Sono Elisa Bonacini, presidente dell’Associazione “Un ricordo per la pace”. Sono di Reggio Emilia, ma risiedo ad Aprilia (LT) dove mio padre si trasferì per motivi di lavoro quando ero una bambina. 
Noi non ci conosciamo, Vasco, ma abbiamo qualcosa in comune. Nel nostro DNA un po’ della forza dei nostri padri, del loro coraggio. I nostri papà tra i 650 000 soldati italiani che per fedeltà alla Patria, allora Regno d’Italia, dissero NO al nazismo e preferirono subire la prigionia nel lager, costretti al duro lavoro per la Germania. Fortunati entrambi nel ritornare a casa, seppure l’ombra di loro stessi, smagriti ed irriconoscibili. Ho letto che hai il nome di un compagno di prigionia di tuo padre che gli salvò la vita in un bombardamento. Fu il suo modo di ringraziarlo e questa cosa gli fa davvero onore. 
Volevo con questa mia comunicarti (qualora non ne fossi a conoscenza) che dal 2007 gli Internati Militari Italiani (IMI) viventi e/o i loro familiari possono richiedere un’onorificenza specificamente dedicata, la Medaglia d’Onore, che viene conferita su decreto del Presidente della Repubblica.
Sarei lieta di poter essere di aiuto anche a te, come decine di IMI e loro figli/discendenti che ho coinvolto in questa iniziativa e che ho assistito gratuitamente nelle ricerche storiche sui propri familiari e nelle pratiche necessarie per la richiesta della medaglia. Lo so, per alcuni è solo un "pezzo di latta", ma… Vasco, vedi… è lo Stato italiano che si inchina davanti al sacrificio di questi italiani; io credo che significhi molto, che anche tuo padre ne sarebbe orgoglioso.
L’ho ricevuta per mio papà nel 2011, anche lui non era più in vita. Il cuore mi batteva a mille durante la cerimonia di consegna, non riuscivo neanche a parlare, a rispondere con parole sensate alle domande del Prefetto. Io che ho potuto leggere il suo diario di guerra solo dopo la morte, nascosto nel suo comodino, avvolto in fogli di un vecchio giornale, il suo diario segreto. I miei genitori erano schivi a mostrare i propri sentimenti e quel diario forse papà lo riteneva l’icona della sue fragilità, lui che aveva voluto sempre dare di sé un’immagine inflessibile e severa. Come tutta quella generazione. Da lì la mia vita è cambiata, lì è iniziata la mia passione per la storia e la mia attività di ricerca sugli Internati militari Italiani. È così che ho dato vita alla mia associazione, che molto sta lavorando con diverse iniziative anche nelle scuole, con i ragazzi, per non dimenticare il sacrificio di tanti uomini per la nostra libertà. Una delle iniziative più importanti di cui sono stata promotrice con l’amico veterano britannico Harry Shindler è stata la realizzazione di un Memoriale dedicato al padre di Roger Waters, Eric Fletcher Waters, morto ad Aprilia nei combattimenti del 1944. Curo anche un’esposizione museale sulla Battaglia di Aprilia (1944) denominata “Un ricordo per la Pace”. Patrocinata dal Comune di Aprilia accoglie la collezione storica sulla seconda guerra mondiale di mio fratello Ostilio , scomparso nel 1999. 
Volevo  informarti che sto portando avanti una ricerca sul campo di Dortmund e quelli limitrofi; mi stanno aiutando alcuni amici storici della “Sapienza” di Roma, i miei collaboratori da sempre, tra cui il Generale Prof Massimo Coltrinari.
Sarei felice di darti presto i risultati della ricerca. Se ti fa piacere, ovvio.
Poi… come posso non dirti che le tue canzoni sono troppo forti, che hanno accompagnato la mia vita come quella di milioni di persone. Ma questo lo sai già. 
Attendo di poter scambiare due parole con te, e spiegarti meglio. Rendi onore alla memoria di tuo padre e di tutti gli altri. Caro Vasco, tu seppur inconsapevolmente, sei/potresti essere il più celebre dei testimonial per accendere i riflettori sulla storia degli IMI. Troppi anni di oblio. Chi meglio di te può farlo?
La mia attività la puoi vedere in internet, ho anche una pagina dedicata, dove puoi contattarmi :

 https://www.facebook.com/unricordoperlapace/  
 ed un blog : http://unricordoperlapace.blogspot.com

Saluti cari alla tua mamma,
ciao da Elisa.





(foto da internet)

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