1 settembre 2013

MEDAGLIA D'ONORE ALLA FAMIGLIA DI ALFIO FIORINI

di Elisa Bonacini


Aprilia attende il giusto riconoscimento alla memoria di Alfio Fiorini, classe 1913, come prevede la legge finanziaria per l’anno 2007.
La famiglia Fiorini nel 1934
La medaglia d’onore viene concessa a tutti i cittadini italiani – civili e militari- e, ove deceduti, ai loro familiari, che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati e detenuti dai tedeschi nei lager nazisti, non accettando l’adesione alla R.S.I. o alle formazioni delle SS.
La famiglia Fiorini, arrivò dalla provincia di Ferrara ad Aprilia nel lontano 1937, perché l'O.N.C. (Opera Nazionale Combattenti) concesse loro, a riscatto ventennale, il podere n°2498 in località Crocetta di Carano. Era una famiglia molto numerosa (ben 10 figli) e quindi il capofamiglia accettò questa opportunità di lavoro che avrebbe permesso loro un certo benessere in quei periodi di miseria.

Alfio Fiorini
Il giovane Alfio, granatiere del 3° reggimento di Sardegna, dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, venne fatto prigioniero dai tedeschi ad Atene, deportato nel lager III A a Luckenwalde -30 Km a sud di Berlino- in Germania, e morì nel febbraio 1945 a causa di un bombardamento aereo in un campo di lavoro presso Linz.
La storia di Alfio Fiorini lo accomuna a tutti i giovani della sua epoca, sfortunata generazione che dovette, a malincuore, partire per la guerra. Aveva 30 anni Alfio nel 1943 quando dalla Grecia tornò a casa l' ultima volta per una breve licenza. Sperava che la guerra finisse presto per poter metter su famiglia. Ma tutti i sogni si infransero il 10 febbraio 1945. La fidanzata perse così il suo promesso sposo e la mamma ne attese per tutta la vita il ritorno, conservando gelosamente le 500 lire che Alfio le aveva consegnato per il matrimonio, ed illudendosi un giorno di poterlo riabbracciare. I figli non ebbero infatti il coraggio di darle anche questa triste notizia quando l'appresero nell'immediato dopoguerra.

Alfio Fiorini in Grecia  in alto a destra
Purtroppo la famiglia Fiorini aveva già subito duramente gli eventi bellici che coinvolsero il nostro territorio dopo lo sbarco ad Anzio degli americani il 22 gennaio 1944, con la morte di Giuseppina ( 18 anni), del genero, della piccola nipotina di soli 18 mesi ed addirittura, a guerra finita, quella del capofamiglia Augusto con l'esplosione di un proiettile trovato nel terreno.






La Croce Rossa Internazinale informa la famiglia di Alfio della cattura e dell'internamento nello stalag III A in Germania

Lettera di Alfio prigioniero alla famiglia

Armando Fiorini
Racconta il signor Armando, attuale Presidente Associazione Pensionati Coldiretti Lazio, in una video intervista rilasciata al gruppo di ricerca storica “Un ricordo per la pace” quei tragici momenti, quando assistette a 12 anni alla morte della sorella Giuseppina ed al ferimento mortale del cognato e della piccola nipotina, dopo che i tedeschi rinchiusero la sua famiglia in una stalla di un casale che li ospitava insieme a numerosi sfollati. sulla strada per Cisterna.
“I tedeschi ci rinchiusero con un catenaccio. Gli americani avanzavano. Verso le 10 iniziammo a sentire forti cannonate che colpivano intorno alla casa. I tedeschi rispondevano. Si sentivano a catena scariche di mitra alternate a colpi di fucile. Arrivarono poi verso le 14 due cannonate che colpirono divaricandolo un muro della stalla. Tra il polverone e le urla provammo ad uscire, ma i tedeschi ci rivolsero contro una scarica di mitra. Poco dopo arrivarono altre cannonate che abbatterono il tetto. Immaginate il rumore assordante, il fumo, le grida di paura... Ci chiamavamo, ci prendevamo per mano... Il marito di mia sorella era ferito gravemente, ed anche la sua bambina di 18 mesi. Mio padre si accorse di Giuseppina, non rispondeva, ma poteva essere solo svenuta. La tirò a sé mentre un rigolo di sangue le scendeva dal naso: quello era il segnale che Giuseppina era stata ferita mortalmente. Era il 2 febbraio 1944”.
Giuseppina Fiorini
Furono obbligati a fuggire abbandonando il corpo esanime della povera ragazza, senza purtroppo averne più notizie. Negli occhi del signor Armando quelle terribili immagini sono ancora vive e dolorose, i suoi occhi si velano di lacrime, ma è solo un attimo: agli uomini della sua generazione non è concesso esternare i propri sentimenti.
Ci racconta Armando la fatica che ha dovuto affrontare poi la sua famiglia per poter rendere quei terreni martoriati dalle bombe nuovamente coltivabili, e poter risorgere materialmente ed economicamente.
Una generazione quella del povero Alfio e del fratello Armando cui deve andare sempre il nostro ricordo e la nostra gratitudine, perché con fatica, sacrificio, ma soprattutto con grande dignità è stata artefice nel dopoguerra, della ricostruzione del nostro Paese.
La medaglia d'onore alla memoria del povero Alfio, è in questo caso solo un piccolo riconoscimento per una famiglia che, come moltissime altre, ha tanto sofferto a causa della guerra.
Il dvd in cui è compresa l' intervista a Fiorini potrebbe essere distribuzione gratuitamente già a novembre, e fa parte di una serie di dvd, realizzati dal gruppo di ricerca storica “Un ricordo per la pace” che raccontano la storia di Aprilia dalla sua fondazione ai giorni nostri.

Pubblicato su "Il Caffè di Aprilia" n°228 il 20 ottobre 2011

Pagina 42 de "Il Caffè di Aprilia" n°228 del 20 ottobre 2011

Armando Fiorini a cavallo
La classe di Armando Fiorini (terzo in alto da destra) nel 1941 a sinistra la bandiera del Regno d'italia 

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