23 febbraio 2014

GIORNO DELLA MEMORIA A LATINA: IL PREFETTO D'ACUNTO HA CONSEGNATO LE MEDAGLIE D'ONORE

ALLA MEMORIA DI CITTADINI DELLA PROVINCIA DI LATINA INTERNATI NEI CAMPI NAZISTI
Commovente video realizzato dal Liceo Artistico e dall'Associazione “Un ricordo per la pace”


di Elisa Bonacini


Il discorso del Prefetto Antonio D'Acunto
Si è svolta lo scorso 27 gennaio nella ricorrenza del Giorno della Memoria, presso la Sala Cambellotti del Palazzo del Governo a Latina, la cerimonia della consegna delle medaglie d'onore. Il Prefetto Antonio D'Acunto ha consegnato le onorificenze agli eredi di dieci cittadini di Latina e provincia, deportati ed internati nei campi nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra della Germania.
Erano presenti il Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi e le Autorità militari e civili della Provincia di Latina.
La medaglia d’onore viene concessa a tutti i cittadini italiani civili e militari (se deceduti ai loro familiari), che dopo l’8 settembre 1943 furono catturati e detenuti dai tedeschi nei lager nazisti, non accettando l’adesione alla R.S.I. o alle formazioni delle SS. Furono circa 616.000 militari italiani che vennero deportati nei campi di concentramento nazisti. Il loro status non fu quello di prigionieri di guerra, bensì di internati militari, abile stratagemma di Hitler per sottrarli alla tutela ed agli aiuti della Croce Rossa Internazionale.
Gli Internati Militari Italiani (IMI), considerati dai tedeschi “traditori”, furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti, con turni massacranti che superavano a volte le 12 ore al giorno ed una scarsissima alimentazione giornaliera consistente in 3-4 piccole patate, una brodaglia di rape e carote (chiamata sbobba) e circa 300 grammi di pane nero. Molti di loro, a causa delle gravi carenze nutrizionali ed igieniche, contrassero nei lager gravi malattie, prima tra tutte la tubercolosi. Circa 50.000 militari internati non sopravvissero e migliaia di loro morirono al rientro in Italia.
Gli I.M.I., a costo della propria vita, mantennero fede al giuramento fatto alla Patria, allora Regno d'Italia, esercitando una delle prime forme di “resistenza” al nazismo; solo una piccolissima percentuale di essi, spinta dalla fame e dagli stenti, optò a favore dei tedeschi. 
I ragazzi e i docenti del Liceo Artistico di Latina
che hanno collaborato per la realizzazione del video 
Durante la cerimonia è stato proiettato il video “Viaggio nella memoria”, realizzato dai ragazzi del Liceo artistico di Latina (sezione Grafica) in collaborazione con l'Associazione "Un ricordo per la pace". Nel video i ragazzi del Liceo artistico di Latina hanno rappresentato con grande sensibilità la tragedia della deportazione e dello sterminio degli ebrei, recitando anche alcuni brani tratti dai diari di internamento dei deportati militari Ernesto Bonacini e Arturo D'Aprano.  Il montaggio del video è stato eseguito dai docenti Alessandra Giacobbi e Fabio Testa. Voci fuori campo le studentesse Ludovica Bollanti e Marianna Mancin (5 E), e Lorenzo Del Sonno (4 E).
Vi riporto alcune parti del diario di Ernesto Bonacini che, in sintesi,  compaiono nel video.
Una pagina del diario di internamento di Ernesto Bonacini
L'arrivo al campo di concentramento . “Zeithain, 6 novembre 1943 . Dalla stazione nulla si vedeva, ora ci appaiano gli altri intralci di reticolati. Si apre l'ampio cancello. Entrati veniamo sottoposti a rivista. Tutto ci viene asportato di quanto era militare. Sapone, sigarette, tutta roba sequestrata. Ci viene lasciato solo un cambio di indumenti. Nel mostrare al tedesco quanto tengo nello zaino si sfogliano lettere e fotografie. Ho un momento di tale abbandono che i miei occhi si velano e il mio pensiero si rivolge a Dante al quale una più gloriosa sorte gli è toccata. Egli avrà quel rispetto che si deve ad un prigioniero di guerra, mentre noi siamo umiliati e derisi. Qui siamo oggi entrati, chi potrà essere certo di uscirne?” (ndr: Dante era il fratello maggiore che partì nel settembre 1942 per la Russia e di cui Ernesto non aveva più avuto notizie. Dante in realtà , come ho appreso recentemente, era già morto in prigionia nel febbraio 1943).
IL Prefetto Antonio D'Acunto
con alcuni eredi degli insigniti
della medaglia d'onore
Nel video viene letta anche una pagina del diario dove è  descritta una  terribile giornata di lavoro sotto i capò italiani optanti: “17 febbraio 1944 . Abbiamo iniziato questa mattina alle sei e abbiamo continuamente lavorato sino alle 11. I nostri aguzzini sono i nostri compatrioti. Maledetti, non vedete che a stento ci reggiamo in piedi ! Non osservate i nostri visi sofferenti...! Voi non avete sofferto come noi la fame! Sul mezzogiorno mi sento venir meno, sento che le forze man mano diminuiscono. Nevica. Ho sete e avido bevo l'acqua ghiaccia. Poco dopo devo assentarmi, un brivido di freddo tutto mi scuote ed a stento raggiungo la baracca. Mi sento il polso. Ho la febbre, mi corico. Man mano i brividi aumentano, un'orribile cefalea mi prende, non comprendo più nulla, non vedo più nulla, non penso ad alcuna cosa”.
Dal 2012 ad Aprilia hanno ottenuto finora il riconoscimento Ernesto Bonacini e Alfio Fiorini ( entrambi deceduti), Aldo Boccabella, Gino Forconi, Amedeo Luciani (deceduto: ha ritirato la figlia, residente ad Aprilia) Giuseppe Raggi, Alfredo Federici (deceduto) e Giuseppe Romani (deceduto).
Sono già state inviate le domande per la concessione della medaglia d'onore  a due cittadini di Aprilia. L'onorificenza  è stata richiesta da Domenico Fusco, internato militare a Zeithain e per Vitali Guido, internato militare (deceduto). Ritirerà in sua memoria la medaglia il figlio Fernando Vitali.


(Articolo pubblicato il 13 febbraio 2014 sul Giornale del Lazio)

Nessun commento:

Posta un commento