Fu grazie all'appello della nostra associazione al programma di Rai 3 “Chi l'ha visto?” che Ennio Borgia nel febbraio 2012 ha potuto conoscere i fratelli del suo più caro compagno di prigionia nel lager nazista di Dachau in Germania: Osvaldo Fiata.
Osvaldo Fiata militare negli anni 40 |
I Fiata hanno raccontato: “E' indescrivibile l'emozione che abbiamo provato quando nel corso della trasmissione del 1 febbraio, abbiamo sentito pronunciare il nome di nostro fratello. Nella nostra famiglia lo abbiamo sempre ricordato con grande dolore. Abbiamo tentato diverse volte in tutti questi anni di avere sue notizie, ma ogni nostra ricerca è stata vana”.
Osvaldo era un ex militare che dopo l'8 settembre 1943 venne deportato sfortunatamente, non nei campi di concentramento riservati ai militari, ma a Dachau, uno dei lager nazisti più temibili della Germania, dove migliaia di prigionieri di diverse nazionalità morirono a causa della denutrizione, delle sevizie e delle malattie che contrassero in quelle condizioni di estrema promiscuità.
I disabili mentali e fisici e gli ammalati gravi, non più produttivi dal punto di vista lavorativo, venivano immediatamente uccisi e cremati nei forni del campo.
Ennio Borgia nel 1944 |
“Osvaldo fu per me un vero protettore” - ha affermato Ennio - , “ mi difese da tutte le prepotenze che avrei potuto subire nel campo da parte di altri prigionieri, ed anche dalle violenze sessuali. Imparai da lui come sopravvivere. Non c'era la possibilità di pensare al domani, ma giorno per giorno si cercava di tirare avanti.”
Con il sovraffollarsi del lager dovuto all'arrivo di prigionieri evacuati da altri campi nei mesi che precedettero la liberazione (avvenuta con l'intervento degli americani il 29 aprile 1945), Ennio ed Osvaldo vennero divisi, e non si incontrarono più.
“Dovete essere orgogliosi di vostro fratello! Sarà sempre nel mio cuore, finché sarò vivo lo ricorderò sempre.” ha dichiarato con grande emozione Ennio.
Sebbene l'amarezza sia ancora grande, le parole di Ennio hanno rincuorato la famiglia Fiata. Osvaldo Fiata, morto a soli 23 anni a Dachau, seppe infatti mantenere intatte la sensibilità e la solidarietà verso il prossimo, valori non comuni in quel contesto drammatico dove l'egoismo sembrerebbe l'unica arma di difesa e di sopravvivenza.
Osvaldo Fiata a Roma negli anni 40 |
Ennio Borgia dopo la liberazione |
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