6 settembre 2013

8 SETTEMBRE 1943: PER I NOSTRI MILITARI FU IL MOMENTO DELLA SCELTA

di Elisa Bonacini


Con l’armistizio firmato a Cassibile e annunciato dal Generale Badoglio l'8 settembre 1943, l'Italia cessò la sua alleanza con la Germania. I militari italiani, allo sbando, si trovarono nella situazione di scegliere da che parte stare. Coloro che rifiutarono la collaborazione con i tedeschi furono presto catturati e deportati nei lager nazisti.
Considerati “traditori”, furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pesanti e pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti, con turni massacranti che spesso superavano le 12 ore, nonostante la scarsissima alimentazione giornaliera, consistente in (cercate di visualizzarla!) : 4 piccole patate lesse, una brodaglia di rape e carote (chiamata sbobba) e 300 grammi scarsi al giorno di pane nero (di dubbia composizione). Molti di loro, a causa delle gravi carenze nutrizionali ed igieniche, contrassero gravi malattie, prima tra tutte la tubercolosi .
Gli I.M.I. rifiutarono la collaborazione con i nazisti; solo una piccolissima percentuale, nei campi di concentramento, spinta dagli stenti, optò a favore dei tedeschi, ricavandone qualche piccolo vantaggio, soprattutto nell'alimentazione. Gli I.M.I. quindi, a costo della propria vita, mantennero fede al giuramento fatto alla Patria, allora Regno d'Italia. La loro fu una delle prime forme di “resistenza” al nazismo. Che sarebbe stato dell'Italia se i Militari Italiani avessero aderito in blocco alla neo Repubblica Sociale o alle SS ?

Eroi inconsapevoli, affrontarono con spirito di sacrificio e con grande dignità il periodo della “prigionia”. Al rientro in Italia, che avvenne per ognuno in modo fortuito, ebbero il “benservito”. La loro posizione non fu subito chiara: in Germania avevano lavorato per i nazisti (seppure costretti), e ciò fece sì che su di loro per qualche tempo rimanesse un alone di sospetto.
I soldati italiani che rientrarono preferirono quindi tacere su quanto avevano vissuto, cercando di dimenticare, considerando quel triste periodo un accessorio inevitabile della guerra.
Ernesto Bonacini
Mio padre Ernesto dopo l'8 settembre 1943, a soli 20 anni, fu catturato in Grecia dai tedeschi ed internato a Zeithain, vicino Dresda (Stalag IV B), dapprima  nel suo distaccamento del  Reserve-Lazarett Kgf, cioè una specie di  “lager sanatorio” per “prigionieri di guerra” gravemente malati, tristemente famoso come “campo di morte”.
“Cadavere vivente”: così i compagni del campo scherzosamente lo appellavano e non c'è dubbio che effettivamente il suo aspetto non fosse dei migliori. In Grecia aveva contratto una grave forma di malaria e nel lager subiva periodicamente gli attacchi acuti della malattia. Il risultato fu che al ritorno a casa, nell'estate del 1945, pesava poco più di 40 kg.
Il suo diario, amico segreto fidato, unico sfogo nel campo di concentramento, sul quale aveva riportato i suoi momenti di sconforto e le speranze per il futuro, necessarie per sopravvivere; lo portò a casa e rimase tutta la vita nel comodino a fianco del letto. Un insieme di fogli ingialliti, ma ancora leggibili, legati insieme con un cordino e avvolto in fogli di un vecchio giornale.
Cartolina di Ernesto Bonacini del 12/07/1944
Retro della cartolina del 12/07/1944
Solo dopo la sua morte ho potuto leggerne il contenuto ed ho capito quanto fosse importante e che cosa significasse per lui. Non posso spiegare le emozioni che ho provato nella lettura, posso solo dirvi che ho vissuto con lui quei momenti. Le capacità descrittive nella narrazione sono di una tale intensità da non lasciare spazio all'immaginazione: le scene appaiono chiare, quasi ci si immergesse virtualmente in un film. Nel diario sono descritti “in diretta” i momenti determinanti per la sorte dell'Italia nel secondo conflitto mondiale . ”Che avverrà di noi, che non siamo che una massa amorfa?” : ecco l'angosciante interrogativo che si pose Ernesto subito dopo la notizia dell'armistizio.
Si apriva allora una delle fasi più dolorose della storia della nostra Italia. Furono 616.000 i militari che non accettando di collaborare con i nazisti vennero portati nei campi di concentramento. Tra questi 50.000 non sopravvissero nei lager e migliaia morirono poi al rientro in Italia.
Il giovane Ernesto iniziò la scrittura del diario alla partenza per la guerra in Grecia nel marzo 1943 e la continuò nel campo di concentramento di Zeithain. Riuscì a nasconderlo, sottraendolo con abilità ai controlli del suo zaino, che avvenivano soprattutto nelle frequenti ispezioni delle baracche. Era infatti assolutamente vietato scrivere cosa avvenisse in prigionia.
Cosmo Coccoluto
Arturo D'Aprano
Il 29 gennaio 2013 presso la Sala Cambellotti della Prefettura di Latina, nel corso della cerimonia delle consegne delle medaglie d'onore, è stato proiettato il filmato “Il futuro della memoria - Storia dei militari e civili italiani internati nei lager nazisti”, realizzato dall'Associazione “un ricordo per la pace”. La storia degli internati è raccontata attraverso la recitazione di brani tratti dai diari di prigionia di mio padre Ernesto Bonacini e di Arturo D'Aprano di Castelforte (Latina). Nel video ha offerto la sua toccante testimonianza l'ex internato militare Cosmo Coccoluto di Gaeta: “La guerra è una cosa inutile, - sostiene con grande intensità Cosmo - distrugge tutto : uomini e cose di grande valore. I potenti del mondo devono sempre trovare un accordo, affinché ci sia la pace, sempre la pace!”. 
Cosmo Coccoluto
Nel video ha voluto lanciare anche un appello ai giovani, affinché non dimentichino gli errori del passato, auspicando un commovente “MAI PIÙ GUERRA!!!”. La testimonianza di Coccoluto si conclude con “Il doloroso canto dei prigionieri” composto in prigionia; qui emergono struggenti tematiche comuni ai deportati, quali la nostalgia per la famiglia e la speranza del ritorno, sorrette da un fortissimo amore per la patria, mai messo in discussione, e che culmina nella preghiera : “..Custodisci l’Italia e il suo bel tricolor !”.
Il video “Il futuro della memoria - Storia dei militari italiani internati nei lager nazisti” è ora disponibile gratuitamente per gli Istituti Scolastici che ne facciano richiesta presso l'Assessorato alla Cultura e Pubblica Istruzione di Aprilia.
Chi è interessato all'argomento può seguirlo nel nuovo blog dell'Associazione “un ricordo per la pace” al sito unricordoperlapace.blogspot.it .
Aprilia si piazza ai primi posti nel territorio pontino per avere ricevuto finora 8 medaglie d'onore. La medaglia d'onore è l''onorificenza  concessa dal Governo Italiano, a partire dal 2007, a tutti i cittadini italiani – civili e militari - e ove deceduti ai loro familiari che, dopo l’ armistizio dell'8 settembre 1943, furono catturati dai tedeschi e detenuti nei lager nazisti.
27 gennaio 2012 giornata della memoria alla Prefettura di Latina
cerimonia di consegna delle medaglie d'onore
Gli insigniti di Aprilia sono stati (in ordine temporale):  il 27 gennaio 2012 Ernesto Bonacini ed Alfio Fiorini (deceduti): hanno ritirato l'onorificenza la figlia Elisa ed il fratello Armando Fiorini; il 31 ottobre 2012 Aldo Boccabella, Gino Forconi e Amedeo Luciani di Roma (deceduto : ha ritirato la medaglia la figlia Antonietta residente a Casalazzara-Aprilia); il 29 gennaio 2013 Alberto Alfredo Federici. (deceduto) ha ritirato il figlio; il 27 marzo 2013 Giuseppe Raggi. L'ultima medaglia d'onore, lo scorso 2 giugno, è stata conferita a Giuseppe Romani (deceduto): ha ritirato l'onorificenza il nipote Luca. 
Alfio Fiorini
Aldo Boccabella
Gino Forconi
Filiberto Alfredo Federici
Giuseppe Romani
Giuseppe Raggi
Una lista che è destinata presto a crescere e che testimonia quanto i cittadini di Aprilia apprezzino il valore della democrazia ed anche la grande sensibilità nel mantenere viva la memoria della propria storia famigliare.
Lettera di Ernesto Bonacini all'Associazione Internati
E voglio concludere con queste righe tratte da una lettera che mio padre scrisse nell'immediato dopoguerra alla neo-nata Associazione degli internati militari italiani, parole che forse visualizzano più delle mie lo stato d'animo di chi poi riuscì a ritornare: “...Salutiamo fieri e commossi i compagni che in terra di Germania fra le più atroci barbarie, fra i più estenuanti dei lavori, tra le più colossali delle sofferenze hanno lasciato la vita.
La loro forza di sopportazione ci è stata di esempio nel superare le avversità di ogni momento, la loro altezza morale ci è stata di incitamento a resistere fino in fondo, mentre l'esistenza quotidiana diventava sempre più gravosa.
Al dolore delle famiglie di Questi noi partecipiamo, perché noi abbiamo vissuto con Essi che ci furono fratelli in tanta cattività. I compagni dei Lagher di Germania che con noi non hanno fatto ritorno, ci saranno di incitamento nelle opere di ricostruzione che la Patria, libera da ogni vincolo straniero, attende.”

  Ernesto Bonacini
    n° 256699
Stalag IV B – ZEITHAIN



(Per potere ricevere la medaglia d'onore, anche in qualità di erede, è necessario compilare e spedire, tramite raccomandata all'indirizzo indicato, una modulistica scaricabile dal sito internet del Governo Italiano - medaglia d'onore IMI allegando le documentazioni di cui si è in possesso: foglio matricolare del militare, lettere dal lager, etc, che testimonino l'internamento nei campi di concentramento nazisti dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943).


Pubblicato su "Il Giornale del Lazio" il 9 settembre 2013


Pagina 29 de "Il Giornale del Lazio" del 9 settembre 2013

Comunicato stampa Prefettura di Latina


27 gennaio 2012 Ennio Borgia con il compianto Sindaco di Aprilia Domenico D Alessio

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