1 settembre 2013

L'INGLESE HARRY SHINDLER AD APRILIA: Il suo impegno per non dimenticare

di Elisa Bonacini


Harry Shindler
Harry Shindler, nato a Londra nel luglio 1921, è un veterano dell’esercito britannico. Partito militare a soli 20 anni, ha combattuto la seconda guerra mondiale in Italia partecipando alle operazioni che seguirono lo “sbarco di Anzio” (“operation shingle”) ed alla liberazione di Roma. Era un soldato semplice nel reggimento Royal Electrical and Mechanical Engineers. Sbarcò ad Anzio, proveniente da Napoli il 24 gennaio 1944. Quella che avrebbe dovuto essere  una “passeggiata” verso la Capitale divenne un tragico conflitto durato ben cinque mesi, che provocò migliaia e migliaia di morti.  In seguito Shindler risalì l'Italia combattendo i nazisti da Anzio a Firenze, e lungo la “linea gotica”, fino ad  arrivare a Trieste. Tutti gli anni partecipa alla cerimonia commemorativa che si svolge ad Anzio il 22 gennaio, rendendo partecipi soprattutto le giovani generazioni della sua esperienza di guerra.

Lunedì 23 gennaio 2012 Harry  insieme ad un altro veterano scozzese Geoffrey Smith  ha ripercorso  lo stesso tragitto che nel gennaio 1944 lo portò ad Aprilia. I due reduci erano accompagnati dal prof.Carlo Samà, da Giuliana Ricci Iotti (membro della Italy Star Association), Enrico Canini e Randolfo Fileri, dell’Associazione Culturale Operation Shingle 1944.  Dopo ben 68 anni Shindler e Smith sono ritornati in quel territorio, a pochi passi dalla Nettunense ( nella odierna tenuta  Caffarelli , località Buon Riposo), teatro di aspre operazioni di guerra. Al di là della ferrovia sono ancora visibili gli avvallamenti che hanno impedito il procedere dei carri armati durante la seconda guerra mondiale, i fili spinati posti dai tedeschi, e le antiche cave di tufo nelle quali si aprono tortuosi cunicoli, in cui trovarono riparo i soldati .
Harry Shindler
Harry Shindler, rappresentante in Italia della “Italy Star Association 1943-1945”, l'associazione dei reduci inglesi, vive dal 1982 in Italia , a Porto D'Ascoli (AP), e da molti anni svolge un prezioso compito,  si impegna infatti per dare notizie sui soldati dispersi in guerra in Italia, cercando di scoprire dove siano sepolti centinaia di soldati anglo-americani. Harry risponde a tutte le richieste che arrivano al suo indirizzo,  raccoglie tutta la documentazione necessaria, ed attiva pazientemente le sue ricerche coinvolgendo le istituzioni, consultando archivi, lanciando appelli su giornali e partecipando a trasmissioni televisive, evidenziando seppure nel contesto drammatico della guerra,  piccole storie cariche di umanità che recentemente sono state raccolte in una pubblicazione. Il veterano inglese si adopera anche per riallacciare rapporti con partigiani che aiutarono i combattenti alleati”. Gli italiani devono essere orgogliosi -afferma- poiché la liberazione dal nazismo è stata facilitata grazie al grande contributo dei civili e dei partigiani, persone semplici che spesso misero a rischio la propria vita” 
 Harry, nel suo viaggio nella memoria  si è impegnato anche per rintracciare, purtroppo senza esito, un ufficiale tedesco che con grande umanità, aveva salvato la vita a soldati italiani. 
Lo scorso 24 gennaio ha partecipato presso l'aula magna dell'Istituto Carlo e Nello Rosselli alla  presentazione del libro “A caro prezzo” del prof.Carlo Samà .
Racconta in occasione di questo evento Harry nella video-intervista effettuata dal gruppo di ricerca storica “Un ricordo per la pace”:“Per me è importantissimo onorare la memoria di tutti quei poveri soldati che morirono nell'adempimento del proprio dovere, sacrificandosi per  il raggiungimento della libertà e della democrazia”.
Lo scorso 28 gennaio ad Orvieto, grazie anche al suo interessamento, è stato inaugurato un monumento ai 400 prigionieri alleati che morirono per errore sotto il “fuoco amico”di un aereo americano. Il 28 gennaio 1944 infatti un bombardamento alleato distrusse il ponte ferroviario di Allerona, nei pressi di Orvieto, su cui transitava un treno tedesco con a bordo circa 1500 prigionieri alleati, provenienti dal campo di prigionia di Fara Sabina e diretti ai campi di concentramento in Germania. Fu una  vera strage, una tragedia dimenticata, che finalmente grazie alla forte determinazione dell'instancabile  veterano novantenne ha avuto il giusto riconoscimento.
Harry  tiene  a sottolineare: “Non soltanto gli Americani hanno liberato l’Italia, ma anche noi Inglesi, insieme a soldati di molte altre nazionalità. Non eravamo venuti per conquistare l’Italia, ma per ridare la libertà all'Europa ed al popolo italiano”.
Mr. Shindler, quale è l'immagine più drammatica che i suoi occhi non avrebbero mai voluto vedere?
Dimostrando  grande amore  per la sua Patria, risponde senza esitazione: “ Senza dubbio per me la scena più terribile di tutta la guerra è stata quella dei bombardamenti su Londra nel 1939-40 : la mia Londra che bruciava...!”. 
Quale è l'ordine che non avrebbe mai voluto eseguire?
 “E molto difficile rispondere. Obbedire agli ordini fa parte del “gioco” della guerra. Potrei dire che un ordine che non avrei voluto accettare sarebbe stato quello di partire come militare per la guerra, ma questa logicamente è una risposta ironica, superficiale”.
Ritiene che al giorno d'oggi le guerre siano ancora necessarie per raggiungere la pace?
“Non è vero, come dicono molti, che le guerre siano inutili. Ci sono guerre giuste. La guerra che abbiamo combattuto noi con tanta sofferenza era giusta. Prima che cominciasse, tutta l'Europa era coperta da dittature. C'erano i campi di concentramento e di sterminio. Winston Churchill, capo del governo inglese, diceva che noi combattevamo contro il più mostruoso regime della storia, ed io sono d'accordo con lui. Dopo la guerra l'Europa è diventata democratica, i campi di concentramento non c'erano più!”.
Ha un messaggio che vuole trasmettere alle giovani generazioni?
“Questa libertà, conquistata al prezzo di tanta sofferenza e di tanto sangue, deve essere difesa. Voi giovani dovete difenderla. E non appena qualcuno vuole toccare un pezzo di questa libertà, ci si deve alzare in piedi e dire : No, No!!! Questo No!”.

Pubblicato su "Il Giornale del Lazio" il 23 febbraio 2012

Pagina 37 de "Il Giornale del Lazio" del 23 febbraio 2012

Harry Shindler ed Elisa Bonacini, durante l'intervista

Anzio 22 gennaio 2012 rievocazione dello sbarco

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