di Elisa Bonacini
Con l’armistizio firmato a Cassibile e annunciato dal Generale Badoglio l'8 settembre 1943, l'Italia cessò la sua alleanza con la Germania. I militari italiani, allo sbando, si trovarono nella situazione di scegliere da che parte stare. Coloro che rifiutarono la collaborazione con i tedeschi furono presto catturati e deportati nei lager nazisti.
Considerati “traditori”, furono obbligati a svolgere lavori particolarmente pesanti e pericolosi, esposti al rischio dei frequenti bombardamenti, con turni massacranti che spesso superavano le 12 ore, nonostante la scarsissima alimentazione giornaliera, consistente in (cercate di visualizzarla!) : 4 piccole patate lesse, una brodaglia di rape e carote (chiamata sbobba) e 300 grammi scarsi al giorno di pane nero (di dubbia composizione). Molti di loro, a causa delle gravi carenze nutrizionali ed igieniche, contrassero gravi malattie, prima tra tutte la tubercolosi .
Gli I.M.I. rifiutarono la collaborazione con i nazisti; solo una piccolissima percentuale, nei campi di concentramento, spinta dagli stenti, optò a favore dei tedeschi, ricavandone qualche piccolo vantaggio, soprattutto nell'alimentazione. Gli I.M.I. quindi, a costo della propria vita, mantennero fede al giuramento fatto alla Patria, allora Regno d'Italia. La loro fu una delle prime forme di “resistenza” al nazismo. Che sarebbe stato dell'Italia se i Militari Italiani avessero aderito in blocco alla neo Repubblica Sociale o alle SS ?